Elezioni Sicilia, Crocetta e Grillo esultano

Tra i delusi anche i due candidati Sanfratellani, Antonino Reitano e Salvatore Mangione


Si è appena concluso lo spoglio elettorale in Sicilia che ha sancito la vittoria di Crocetta alla presidenza e del Movimento 5 Stelle come primo partito dell’isola.

Una tornata elettorale caratterizzata però dal grande astensionismo, oltre la metà dei siciliani non è andata a votare.

Oltre all'astensionismo sorprende il tracollo della lista del Pdl. In termini di poltrone il Movimento 5 Stelle ottiene 15 seggi all'Assemblea Regionale Siciliana. Il Partito democratico 14 seggi. La coalizione del nuovo governatore Crocetta porta complessivamente a casa con il proporzionale 30 deputati (oltre a quelli del Pd, gli 11 dell'Udc e i cinque della lista del presidente).

Sull'altro fronte il Pdl avrà 12 seggi. Quattro vanno al Cantiere popolare di Saverio Romano e quattro alla lista Musumeci presidente. Il Partito dei siciliani ottiene 10 seggi, mentre la lista Grande Sud Micciché si ferma a cinque seggi. Restano fuori da Palazzo dei Normanni Futuro e Libertà, Sel e Idv.


Tra i delusi anche i due candidati Sanfratellani, Antonino Reitano (foto a sinistra) e Salvatore Mangione (foto sopra), rispettivamente candidati con Fli e Rivoluzione Siciliana. Entrambi hanno dimezzato i voti raccolti nell’ultima candidatura alle regionali: Antonino Reitano si è fermato a circa 2.300 preferenze contro le oltre 5100 delle passate elezioni, quando si era presentato nelle file dell’UDC; Salvatore Mangione (residente a Sant’Agata Militello ma originario di San Fratello) ha ottenuto poco più di 320 voti, rispetto ai circa 700 delle ultime elezioni, in quel caso iscritto nelle liste del partito “Uniti per la Sicilia Rita Borsellino Presidente”.

Nella nostra provincia sono stati eletti: Francesco Rinaldi, Giuseppe Laccoto e Filippo Panarello del PD; Santi Formica e Nino Germanà del PDL; Giuseppe Picciolo dell'MPA; Bernadette Grasso di Grande Sud; Giovanni Ardizzone dell'UDC; Valentina Zafferana del M5S; Carmelo Currenti della lista Musumeci e Marcello Greco della lista Crocetta Presidente.
  
Ovviamente a tutti gli eletti della Sicilia si augura un buon lavoro per il bene dell'isola, quindi che si faccia la benefica rivoluzione tanto decantata dai politici sui palchi delle piazze siciliane.
  

Commenti

  1. Salvatore Emanuele - Firenze30 ottobre 2012 alle ore 10:39

    "MUTATIS MUTANDIS !

    ALEA IACTA EST

    Ancora una volta mi sono accorto che il bel sole di sicilia, rimane
    offuscato nella «nebbia politica», non riuscendo ad illuminare le
    menti ed a cancellare l'apatica inerzia al voto dei siciliani. Essi si
    danno al qualunquismo del crinito « grillo parlante » che paradossalmente
    incarna la parte del - gatto e la volpe - della fiaba del Collodi.

    Tutto questo è da ridere, ridere ed ancor ridere. amaramente? spero di
    vaticinare erroneamente? poiché, la mia bella terra natia
    ritornerebbe ad essere la Sicilia del "Gattopardo di Tommaso di
    Lampedusa": "Che tutto cambi perché tutto rimanga com'è!" .

    "Ego, insurgo ut patria resurgat""

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  2. il dato politico è che il 9% dei siciliani ha deciso che crocetta deve essere il nostro presidente, il presidente del 100% dei siciliani,che ci piaccia o no. Non andare a votare non è la soluzione e tanto meno un attenuante.
    stiamo a guardare forse...la speranza, come si suol dire, è l'ultima a morire.

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  3. Salvatore Emanuele - Firenze31 ottobre 2012 alle ore 11:34

    L’ASTENSIONISMO È UN VOTO A FAVORE DELL’AVVERSARIO.


    È lapalissiano che chi non va a votare, lascia spazio all’avversario politico e vota contro sé stesso.

    Grillo ha detto: “Chi non vota… vota per me ! Le astensioni sono il mio sostegno”.

    Non è questa affermazione − una barzelletta della comicità di Grillo – ma la vera verità del saccente moralista e, condottiero del movimento M 5 S. Il «ribelle di questa politica nostrana» che guadagna viepiù consensi in questo accidentato terreno politico che i nostri «bene» amati onorevoli non sanno cimentarsi.

    A volte, l’analfabeta sa essere più saggio del saggio intellettuale.

    Grillo non è un illetterato ma un − ben pensante − che agita le sue idee politiche ai quattro venti; speranzoso che questi: come i pollini vengano sospinti da zèfiro lontano: a levante, a mezzogiorno ed a mezzanotte dimodoché i suoi pensamenti fecondino le altrui menti, facendo così germogliare le sue idee, le sue disapprovazioni, le sue opposizioni, le sue proteste. Il suo agitarsi vuol essere segno di irrequietezza, di mal sopportata pazienza. Aimè ! Ahinoi ! non bastava dover sopportare le cialtronerie dei politicanti di carriera, adesso dobbiamo sobbarcarci anche quella − dell’illuminato − comico dedicatosi a «zappare» nel fertile suolo della protesta alla politica nostrana.

    Nella terra di Sicilia, parecchi invasori ebbero a governare, quivi sbarcarono e dominarono: Fenici, Saraceni, Arabi, Greci, Normanni, Spagnoli e Francesi.

    Ultimi a sbarcare, durante l’ultima guerra, erano stati gli «Alleati». Ora, nei nostri giorni presenti, un Grillo dalle lunghe antenne captatrici − naufrago volontario − ha deciso di approdare in questa travagliata Sicilia, per cantare con i suoi striduli cri, cri, fendenti verbali che hanno avuto una eco di smisurata grandezza.

    La − captatio benevolentiae − ha avuto risonanza alquanta, il madornale assenteismo del voto ha cagliato, il suo molto dondolar la crinita zazzera ha convinto i più dei votanti; ed egli è diventato il “deus ex machina” dell’attualità politica della nuova terra di Trinacria.

    Ecco ! Lui, l’ha detto… « farà passare le decisioni regionali di Crocetta soltanto se a lui andranno a genio ». Croce e delizia dei giorni a venire.

    Il salto del grillo, ora, è compiuto e, ne vedremo delle belle; sperando che da tutto questo menage non ne venga fuori una “Bella di notte”.

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  4. GRAZIE ! Carmelo.
    Totò di Firenze

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  5. Salvatore Emanuele - Firenze2 novembre 2012 alle ore 18:59

    IL GRILLO PARLANTE, CONSIGLIERE … , CONSIGLIAR VUOLE:


    Di Pietro, a presidente della Repubblica. Ed aggiungo io: e Grillo, si autonominerà, primo ministro;

    A consigliere del capo dello stato (con la minuscola), il figlio di Di Pietro, ora disoccupato per le recenti vicissitudini della Regione Molise, è in attesa che il genitore lo collochi in un’area di tutto rispetto.

    Il gatto, a presidente della casa senatoriale e poi, la volpe a presiedere la camera (ardente) di tutti gli italiani.

    Questi è il Grillo gran dicitor di contumelie che per meglio farsi apprezzar esalta il Tonino; Di Pietro, il giacobino.

    Guarda la borsa che ti vien dappresso.

    Salvatore Emanuele alias secondosalvatore

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  6. Abbiamo una classe politica mafiosa in Italia e in Sicilia e ora Grillo vorrebbe pure comandare. forse non comanda neanche a casa sua

    siamo messi davvero male

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