Capo d’Orlando, poesie e detti popolari per riscoprire il dialetto siciliano

Convegno nella sede della Società di Mutuo Soccorso l’Avvenire per valorizzare la lingua della nostra terra.


Si è fatto un tuffo nella nostra cultura tra detti popolari e poesie rigorosamente in lingua siciliana, lunedì pomeriggio nella sala della sede de “L’Avvenire”, Società Mutuo Soccorso di Capo d’Orlando.

Relatori dell’incontro il prof. Angelo Santaromita Villa, noto preside nella comunità nebroidea e il prof. Salvatore Mangione (foto a destra), agiografo, presidente e fondatore del museo etno-storico-antropologico di San Fratello affiancati dall’intervento introduttivo dell’avvocato Carmelo Giuseppe Antillo, presidente della Società Mutuo Soccorso orlandina e promotore dell’iniziativa.

Il preside Angelo Villa, prima di relazionare, ha fatto una breve premessa per spiegare all’attento uditorio la ricchezza di idiomi nel meridione d’Italia, con uno specifico accenno a quell’insieme di espressioni parlate in Sicilia, Calabria, Puglia e Cilento con caratteristiche fonetiche e sintattiche comuni. All’interno di questo complesso sistema si inseriscono i dialetti delle minoranze greche, greco-albanesi e gallo-italiche.

La lingua siciliana appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee e per ben due secoli (XIII e XIV) è stata la lingua ufficiale dell’isola. Il preside ha puntualizzato che la lingua siciliana nacque prima della lingua italiana e sottolinea che anche l’Unesco considera il Siciliano uno strumento per trasmettere la cultura indigena alle generazioni future, scopo comune a tutte le lingue nazionali.


Se si ufficializzasse la lingua siciliana con una legge statale inserendola anche fra le materie d’insegnamento, si garantirebbe la sopravvivenza di quel prezioso bagaglio d’informazioni legate alle  nostre radici. L’incontro è stato uno stimolante spunto di riflessione. Infatti, sappiamo bene come informatica e telematica stiano modificando il modo di comunicare. Quante volte ci è capitato di sostituire con abbreviazioni e simboli intere parole anche in elaborati importanti? Si sta “rottamando” la lingua di Dante, figuriamoci se non si rischia di perdere totalmente il dialetto!

Proficua la lettura di poesie di Nino Martoglio e Ignazio Buttitta per citare solo alcuni dei più noti autori siciliani e di cantori locali fra cui Francesco Lazzara, presente fra il pubblico e il prof. Giuseppe Li Voti, da pochi mesi venuto a mancare improvvisamente.

La dottoressa Francesca Pietropaolo ha declamato i versi accompagnati dalle musiche del pianista, maestro Franco Ioppolo. Una nota di gaiezza fra i presenti  è scaturita dalla recita della poesia “La Quaglia” da parte dell’autore stesso, l’insegnante ipovedente Francesco Lazzara, che ha ricreato un clima di festa e nostalgia per i tempi andati.

In chiusura applausi calorosi per tutti e complimenti vivissimi per i soci tutti che a vario titolo hanno collaborato alla riuscita della conferenza.
             
Fonte: Linda Liotta, glpress

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