A Roma chiudono la cassa e i
sindaci chiedono alla Regione un aiuto per gli sfollati.
In settimana il sindaco Sidoti si
è recato a Palermo per incontrare il Governatore Rosario Crocetta e mettere sul
tavolo delle discussioni la “questione San Fratello”; accodandosi, alle già
pervenute richieste di aiuto dei sindaci degli altri comuni nel messinese che
negli ultimi anni hanno visto il loro territorio colpito da eventi di ogni
genere.
A febbraio, infatti scadrà il documento
che garantiva lo stato di emergenza e con esso ogni diritto per centinaia di
sfollati della fascia tirrenica messinese ad un sostegno economico per pagare
gli affitti delle autonome sistemazioni. Sempre in febbraio, lo stesso Sidoti vedrà
decadere la poltrona di Soggetto Attuatore. L’obiettivo è, quindi, sbloccare i
fondi regionali per garantire il sostegno economico per tutto il 2013.
A San Fratello gli sfollati sono
567, molti dei quali dimorano in altri centri, contribuendo alla crisi
economica che si respira nel centro nebroideo.
Crocetta ha già redatto un
emendamento da sottoporre all’Assemblea Regionale Siciliana in sede di
approvazione di bilancio. Si tratta, in sostanza, di una proposta di proroga
del contributo di assistenza alla popolazione per tutto il 2013, elaborata dal
responsabile del dipartimento regionale di protezione civile, Pietro Lo Monaco.
Se approvato dai parlamentari, i comuni interessati sono autorizzati a
corrispondere un contributo per l’autonoma sistemazione ai nuclei familiari
sfollati, fino al rientro nelle proprie case, contributo che verrà erogato con
le stesse modalità sancita dall’ordinanza di protezione civile nazionale, vale
a dire da un minimo di 200 euro a un massimo di 600.
Intanto a San Fratello si
avvicina il 3° anniversario dal disastro. Verrà fatto il punto della situazione
e si prevede l’arrivo di diverse autorità, fra cui (da confermare) anche il
Presidente Crocetta.
Il paese non si è ancora ripreso
nonostante i lavori di consolidamento siano stati quasi tutti completati. Si
attende ancora l’apertura di interi quartieri, nonché delle scuole. Mentre i
cittadini che hanno perso la casa definitivamente, sono demoralizzati dai tanti
intoppi burocratici che, ad oggi, non hanno consentito di ricevere alcun
indennizzo, così come si trovano nella stessa situazione coloro che hanno chiesto
il contributo di riparazione.
L’intera comunità, inoltre, è ancora
sotto shock per la perdita dopo secoli di un importante simbolo religioso come
la Chiesa di San Nicolò.
La notizia non mi entusiasma più di tanto...mi spiego:per chi ha la casa gravemente danneggiata e quindi costretto a stare ancora in affitto sarà una boccata d'ossigeno,ma chi invece può rientrare nelle proprie abitazioni seppur con qualche disagio secondo me si adagerà e aspetterà tranquillamente ancora per un anno gli eventi!
RispondiEliminaDobbiamo metterci in testa che bisogna lottare per i finanziamenti affinchè venga completata la messa in sicurezza del paese,perchè il vero consolidamento sono i pozzi a valle dei quali solo la metà di quelli in progetto sono stati realizzati mentre il resto non è stato neanche appaltato!