Quando gioco e cultura si incontravano in una
strada di paese.
L’utilità dei giochi all’aperto è ormai stata
ampiamente riconosciuta da tutti gli studi internazionali. Ricordiamo tre giochi che hanno caratterizzato l’infanzia di migliaia di giovani in Sicilia e,
quindi, anche a San Fratello. Giochi che andrebbero riscoperti non solo per la
loro importanza psico-fisica, ma anche perché fanno parte della cultura del
territorio.
"Uno monta la luna" è un gioco che si è diffuso un po’ in tutta Italia. I
comandi del gioco sportivo, essendo un’attività legata alle tradizioni
culturali dei luoghi dove è praticato, variano da zona a zona al fine di
eseguire delle rime in base al proprio dialetto. Il gioco è una
pura espressione d’intelligenza, agilità e coordinazione, la cui dinamica è
molto somigliante allo sport olimpionico del salto del cavallo.
Lo svolgimento
è semplice: deciso dopo una “conta” (tocchi tu, bim bum bam) il giocatore che
farà da "cavallina" (colui che restando fermo con le mani poggiate
alle ginocchia e la testa in giù ben coperta da eventuali contatti con i
saltatori, assume la posizione dell’ attrezzo ginnico), fungendo come appoggio,
attende i compagni di gioco, che, eseguita una breve corsa, poggiandogli le
mani sulla schiena si danno slancio per scavalcarlo mediante un salto a gambe
divaricate. Per non essere penalizzati a fare la "cavallina", i
saltatori non devono toccare l’avversario in nessun altro modo. Ciò che però
rende questo gioco caratteristico, distinguendolo da una qualsiasi prova
ginnica, è la "voce" che ciascun saltatore è tenuto a dare come
accompagnamento al proprio salto. La "voce", data prettamente in
dialetto, differisce a secondo del turno e descrive in che modo sarà eseguito
il salto.
I
comandi della ‘cavallina’ possono variare da zona a zona e anche dalla fantasia
e dall’abilità dei giocatori:
Questi
i comandi più diffusi in Sicilia:
Uno: monta la luna (salto semplice);
Due: due mondi blu (salto semplice); oppure due monta il bue
Tre: la figlia del re (salto semplice);
Quattro: batti mano (salto semplice e in volo battere le mani)
Cinque: i pugni si danno forte (saltando si colpisce la schiena a
pugni chiusi di chi sta sotto);
Sei: un calcio a volo (saltando si deve colpire a mo’ di colpo di tacco il sedere di chi sta sotto, chi manca il colpo va sotto);
Sei: un calcio a volo (saltando si deve colpire a mo’ di colpo di tacco il sedere di chi sta sotto, chi manca il colpo va sotto);
Sette: tre passi incrociati tre in avanti e tre in indietro, dopo il
salto si deve atterrare con i piedi incrociati, si devono fare i passi incrociati
in avanti e indietro e non si deve toccare nessun giocatore durante tutta
l’operazione;
Otto: fagotto se mi tocchi metti sotto (comando difficile perché
dopo il salto bisogna fermarsi dove si atterra, un piccolo tocco fa sì che si
vada sotto);
Nove: andiamo a raccogliere (completamento del turno precedente in cui
ciascun giocatore deve raccogliere con i denti l’oggetto personale depositato
in precedenza);
Dieci: il palo di ferro (scavalcata la "cavallina" il
saltatore deve atterrare dritto, cioè in posizione perfettamente verticale);
Undici: le formiche volanti (Durante il salto
bisogna disporre le mani a mo’ di rapace e stringere la schiena di chi sta
sotto come se fosse una preda);
Oppure come variante
Undici: le statuine (a differenza del precedente turno il saltatore al
momento dell’atterraggio deve restare immobile, anche se è in posizione
precaria e attendere il salto dei compagni, assumendo in tal modo la postura di
una statuina);
Dodici: la poltrona a striscio (Durante il
salto bisogna strisciare la schiena di chi sta sotto col sedere, se si atterra
chi sta sotto o si manca lo striscio si va sotto);
Tredici: il violino a tre corde (Non c’è
salto, bisogna avvicinarsi a chi sta sotto, per ogni corda eseguire
quest’operazione: strisciare con un dito tutta la schiena di chi sta sotto e
infine dare un colpo al sedere a striscio);
Quattordici: mamma e papà si preparano a venirci a prendere (salto
semplice);
Oppure come variante:
Quattordici: la lettera (ogni saltatore dedica una frase spiritosa alla
"cavallina" che si appresta alla fine del gioco, ad esempio: caro
amico stai per avere un bel paliatone);
Quindici: mamma e papà vengono a
prenderci (salto semplice, il capo turno decide per quanti secondi chi sta
sotto deve cercare di acchiappare uno dei giocatori, se non ci riesce il gioco
ricomincia con lui sotto);
Sedici: chi scappa, scappa (in questo turno si decide chi sarà la
prossima "cavallina", infatti, ogni giocatore al fine di prendere un
buon vantaggio, esegue il proprio salto cercando di atterrare il più lontano
possibile e a restare in questa posizione, fino a quando, all’atterraggio
dell’ultimo saltatore, la "cavallina", in un totale fuggi fuggi
generale, dovrà rincorrere ed acchiappare un compagno che farà da
"cavallina" nel nuovo gioco).
Chi si ricorda
la sequenza svolta a San Fratello o nel proprio territorio può scriverla tra i
commenti
La cavallina
o il “Salta Cavallo” (a San Fratello) è un gioco che può essere giocato senza
comandi e senza figurazioni varie. Si gioca a squadre e i ragazzi che stanno
sotto si dispongono in fila con le gambe leggermente divaricate, la schiena
piegata in avanti e le braccia tese a terra o ancorate al compagno avanti,
mentre il primo della fila rimane ritto in piedi da supporto per gli altri
compagni. Ogni componente dell’altra
squadra a turno dopo aver preso una leggera rincorsa salta sugli avversari, e
così via finché hanno saltato tutti. Si tratta di un gioco di partecipazione, dove
non sono previsti né vincenti né perdenti. Infatti se non si commettono
infrazioni alla fine del turno per decidere la squadra che va sotto spesso si
procede con la conta o a pari e dispari.
Per le
femminucce, invece, era ampiamente diffuso il gioco della Campana o Triaca,
conosciuto a San Fratello anche come “Marèdda”; certamente conosciuto in altri
luoghi con altri nomi (foto in alto). Si disegnava a
terra un percorso numerato da attraversare con una serie di salti senza perdere
l’equilibrio.
Scrivici,
raccontando i tuoi giochi preferiti
io giocavo tantissimo alle ciappedde e con la strumula
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