Il Parco non ha neppure i
soldi per pagare gli stipendi e i piccoli comuni rischiano di scomparire.
Le scelte del Governo
nazionale e regionale stanno per ammazzare un intero territorio che racchiude
un patrimonio storico, artistico e culturale infinitamente vasto.
Già oltre cinquant’anni fa
le scelte della prima Repubblica hanno mortificato il territorio collinare dei
Nebrodi, la seconda non ha fatto diversamente e la terza (contraddistinta dal
ricatto dell’uomo più potente del Paese) sta per infierire il colpo mortale.
I soldi sono finiti e per
i parchi siciliani si apre un futuro di drammi per i dipendenti ed incertezze
complessive. I tagli indiscriminati imposti dalla Regione agli Enti
Parco, non garantiranno infatti né il pagamento degli stipendi ai dipendenti né
le attività basilari per il funzionamento degli stessi.
All'Ente Parco dei Nebrodi è stata assegnata la somma di
€ 192.151 quando risultavano già assunti impegni per circa € 230.000, limitati
alle spese obbligatorie ed a quelle indispensabili per il funzionamento. In
pratica già da agosto non ci sono più soldi. Ma la questione più grave riguarda
le spese per il trattamento economico del personale.
I lavoratori in servizio al parco dei Nebrodi, attualmente, sono centotrenta di
cui 60 imposti con una legge regionale di due anni fa che ha aperto alla
stabilizzazione di precari. Trentuno sono i “guardiaparco” mentre il resto sono
impegnati negli uffici di Sant'Agata Militello, Caronia, Cesarò ed Alcara oltre
che nei musei di proprietà dell'Ente. Per tutti il futuro è quanto mai incerto.
Altro capitolo, ma stessa
situazione riguarda i comuni con popolazione inferiore a
5 mila abitanti, ormai in perenne agonia per l’annunciato dissesto finanziario
delle casse municipali e l’impossibilità di poter procedere regolarmente alla chiusura
del Bilancio Consuntivo.
La legge finanziaria regionale 2013,
ha assegnato ai comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti un quinto del
totale di parte corrente del Fondo delle Autonomie Locali per euro 56 milioni,
a fronte dei circa 124 milioni del 2012. A questo si aggiunge la nuova “Service
Tax” che dovrà sostituire IMU e compagnia bella, ma che graverà soprattutto sui
più piccoli e poveri (assurdo!!!), e che sarà certamente portata al massimale in
molti centri per compensare le difficoltà finanziarie dei piccoli enti, ammesso
che si possa a cuor leggero, in un periodo di tale crisi economica, gravare
ulteriormente sulle famiglie che già sono in forte difficoltà.
In molti
casi la sede municipale è diventata una sorta di centro di accoglienza
quotidiano per disperati che si rivolgono agli amministratori perché non
trovano lavoro, non riescono a garantire il minimo vitale ai loro familiari e
sperano ancora nel contributo e negli aiuti del comune.
fonte: Giornale di Sicilia
CESARO', edificato intorno al XIII secolo, oggi conta 2.590 abitanti |
CARONIA, risalente al 446 a.C., oggi il territorio conta 3.414 abitanti |
SAN MARCO D'ALUNZIO, risalente al periodo greco, oggi possiede 2.093 abitanti |
ALCARA LI FUSI, fondata in età greca, oggi conta 2.072 abitanti |
SAN TEODORO, città di origine medievale, oggi possiede 1.420 abitanti |
SAN FRATELLO, cittadina galloitalica discendente da una colonia greca, 3.894 abitanti |
FRAZZANO', fondata nel periodo arabo, oggi conta 781 abitanti |
CAPIZZI, già esistente nel periodo romano, oggi possiede 3.371 abitanti |
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