Il decimo anniversario dell'attentato di Nassirya

Nell'attentato perse la vita il nostro concittadino Ivan Ghitti.
di ANNA GERMONI e MARTA FOSCALE.
Sono trascorsi 10 anni da quel maledetto 12 novembre 2003, quando a Nassirya, città irachena a maggioranza sciita e capoluogo della provincia di Dhi-Qar, situata a circa 375 km a sud della capitale Bagdad, 28 persone, tra militari e civili, persero la vita. 
Erano le 10:40 ora locale di dieci anni fa, le 08:40 in Italia, quando un camion cisterna kamikaze imbottito di 300 chili di esplosivo scoppia davanti la base Msu (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri. 

Si lancia a folle velocità contro la base, forza il cancello d’entrata e prosegue la sua corsa impazzita e disumana sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano. 
Un impatto violentissimo che fa crollare gran parte dell'edificio, danneggia un secondo palazzo dove ha sede il comando. I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi. Nel cortile davanti alla alla base molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche la santabarbara, deposito delle munizioni della base. Le forti esplosioni provocano una carneficina di colpi impazziti in qualunque direzione.







In una manciata di secondi muoiono 28 persone, diciannove italiani tra militari e civili, nove iracheni e cinquantotto feriti. I primi soccorsi furono prestati dai carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Per la deflagrazione vengono distrutti anche gli uffici di un edificio dove aveva sede una ong americana, la International Medical Corps. 
Scoppi e esplosioni dappertutto. Fumo e morte. Un’ecatombe. Una carneficina di resti umani sparsi dappertutto. Una colonna di fumo nera e acre nel cielo. Vite amputate, sogni di vita spezzati, bambini rimasti orfani. Dolore e strazio.
Nella strage perse la vita anche il nostro concittadino Ivan Ghitti, eroe di questa terra ricordato oggi insieme alle altre vittime. A San Fratello come del resto in gran parte d'Italia sono previsti manifestazioni in ricordo del decennale della strage. La Società dei Militari in congedo di San Fratello ha intitolato l'aula consiliare all'eroe Ghitti, ma la cerimonia è stata posticipata dopo l'ultimazione dei lavori nella sede sociale.
CarabinieriMassimiliano Bruno, maresciallo aiutante; Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere; Andrea Filippa, appuntato; Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente; Daniele Ghione, maresciallo capo; Horacio Majorana, appuntato; Ivan Ghitti, brigadiere; Domenico Intravaia, vice brigadiere; Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante; Alfonso Trincone, maresciallo aiutante.
Militari dell'EsercitoMassimo Ficuciello, capitano; Silvio Olla, maresciallo capo; Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore; Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto; Pietro Petrucci, caporal maggiore.
Civili: Marco Beci, cooperatore internazionale; Stefano Rolla, regista.
Da quel giorno sono trascorsi 10 anni. E dal 12 novembre 2009, ogni anno, in questo giorno, si celebra la "Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace", non solo i caduti di Nasiriyya, ma è la giornata per tutti gli italiani morti all’estero, con manifestazioni e commemorazioni in tutto il Paese. 

Quella di Nasiriyya è stata la strage di militari italiani più grande e più dolorosa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, forse, proprio per questo, smosse, all’epoca, qualcosa all'interno degli animi e nelle coscienze di molti italiani, diventando, coscienza nazionale, quella che a volte manca al popolo italico, testimoniata attraverso le decine e decine di vie e piazze dedicate ai caduti di quell'attentato, morti per portare, attraverso una missione internazionale, una pace, purtroppo, ancora tormentata in quel Paese. 
10 anni fa, tutti o la maggioranza dei cittadini si sono sentiti italiani, hanno sentito che c’era qualcosa che gli accomunava, il dolore e lo sbigottimento per la morte di 19 nostri connazionali. Ma, oggi, a 10 anni dall'attentato di Nassiriya, alla memoria collettiva cos'è rimasto? E la morte di quei 19 italiani è servita a qualcosa? Alcuni dei sopravvissuti sono convinti di si, altri al contrario, non ne sono più così sicuri, quel che è certo è che oggi, a 10 anni da quella missione di pace, l'Iraq si trova nuovamente in piena guerra civile, trascinato dalla vicina Siria. [fonte: Panorama; Articolo Tre]

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