Senza lavoro
difficile invertire il trend negativo della popolazione.
di Carmelo Emanuele.
La situazione
economica di San Fratello rispecchia la crisi che da diversi decenni attanaglia
l’entroterra siciliano, aggravata dall’ulteriore peggioramento dell’economia
europea negli ultimi anni che non ha risparmiato l’Italia.
La cura per
uscire da questo stato di paralisi nazionale (ed internazionale) dovranno
trovarla i governi nazionali ed europei, mentre nel nostro piccolo la ricetta è
sempre la stessa: investire sul territorio.
Un’idea
originale è stata trovata da chi ha installato la propria sede nei paesi collinari
siciliani dove il costo della vita è mediamente più basso e dove fino a poco
tempo fa si doveva fare i conti con il “rincaro trasporto”, oggi parzialmente
abolito poiché l’intero territorio nazionale è coperto in egual misura da una
stretta rete di corrieri su gomma. Senza contare l'impatto che ha avuto il mercato di internet, che permette di proporre il proprio prodotto praticamente in ogni parte del mondo.
Ed allora ecco l’imprenditore di Sinagra che
vende prodotti sportivi a mezza Sicilia; quello di San Marco e Sant’Angelo che
manda i propri in giro per l’Italia intera a prezzi irrisori; il mobilificio di Capizzi che vende
i mobili a prezzi competitivi tanto quanto quello di Capo d’Orlando; l’artigiano
di Castelbuono che attinge per l’80% dal mercato estero, così come le ceramiche
di Caronia vendute soprattutto in Russia ecc...
E San
Fratello? Il nostro paese come al solito resta indietro e, salvo poche e
rarissime eccezioni, non riesce a piazzare nessuna realtà di prestigio sul proprio
territorio che funga da traino per l’economia locale. Eppure nel centro abitato
sono diversi gli edifici chiusi e abbandonati che potrebbero per lo meno essere
utilizzati per produrre lavoro.
Forse la svolta, la cosiddetta “strada da
seguire”, dovrebbe indicarla ancora una volta il comune di San Fratello, poco
attento da sempre agli investimenti futuri per ripopolare il centro abitato. Le
numerose sedi in proprio possesso potrebbero essere consegnate in comodato (al prezzo di una cifra
simbolica) ad aziende o imprese (anche esterne) che propongano progetti per
investimenti lavorativi sul territorio, con l’idea di assumere personale
locale.
Fino a non
molto tempo fa sarebbe stato impensabile attirare imprese o aziende in un paese
collinare, ma oggi - con le premesse fatte sopra - la musica è cambiata.
Proviamo solo a pensare il risparmio del costo di locazione per magazzini e
sedi operative, all’impiego di personale qualificato residente a San Fratello.
I costi di gestione sarebbero inferiori a tanti luoghi d’Italia, considerato
poi che il nostro paese si trova in fondo alla classifica del costo della vita
nonché del reddito familiare pro-capite.
Ma quali
dovrebbero essere queste aziende? Non avrebbe molta importanza, poiché la San
Fratello odierna ha sete di lavoro di ogni tipo e genere. Certo, l’ideale
sarebbe avere una catena che produca le lavorazioni artigianali frutto delle
tradizioni Sanfratellane, basti pensare ai preziosi tessuti, ai “mastri”
artigiani, alla carne di Cavallo Sanfratellano e Suino Nero, all’apprezzata pasticceria
locale, o ai formaggi e ai salumi ecc…
Questo
sarebbe un sogno! Ma come detto oggi serve soprattutto dare impulso all’indotto
del lavoro, perciò poco importa se in futuro San Fratello diventi la sede di un’azienda
di bicchieri o una di selle da cavallo… fondamentalmente serve sperare (e credere)
di poter invertire il trend statistico negativo sulla popolazione residente, che
fa vivere il nostro paese come un malato terminale attaccato “si” alla spina,
ma con i parenti pronti a spartirsi l’eredità subito dopo la morte. E nonostante
tutta la buona volontà messa dalle amministrazioni Sanfratellane di oggi e del
passato, senza la creazione di lavoro il ripopolamento sarà praticamente impossibile
da realizzare.
Abitanti di San Fratello dal 1951 al 2011 (nel 1951 e nel 1961 non sono inseriti i dati della frazione di Acquedolci) |
Ben detto, molto ben detto... Sono in perfetta sintonia; paura di cimentarsi nel fare o disinteresse, apatia o altro ?
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