Ci sarebbero stati tre allevamenti,
due dei quali a San Fratello, ed una movimentazione di ventisei bovini.
Due allevatori modicani, padre e
figlio, sono stati condannati dal collegio penale del Tribunale di Ragusa (Maggiore,
Chiavegatti, Scifo Rada) a conclusione di un lungo processo nel quale era stato
contestato, tra gli altri, un reato gravissimo: diffusione della patologia
brucellotica con pregiudizio per il patrimonio zootecnico della Nazione.
Reato dal quale, comunque, Salvatore e
Matteo C., sono stati assolti. I due, difesi dagli avvocati Giovanni Iemmolo e Salvatore
Giurdanella, erano imputati insieme Gianni T.P. e a Benedetto S., difesi
dall’avvocato Giurdanella, ma questi due sono stati assolti.
Secondo i Nas, nel corso di controlli
effettuati nell’allevamento modicano il 26 febbraio del 2008 insieme ai
veterinari dell’Asp prima, e poi dalla polizia, furono trovati ventisei bovini
che non potevano stare in quel luogo poichè l’azienda era stata dichiarata
infetta da brucellosi.
Fu tracciata l’origine e la
provenienza dei capi. “Abbiamo saputo – hanno spiegato ai giudici i militari
del Nucleo Antisofistificazione – che anche gli allevamenti di provenienza
erano infetti (sei erano di Giovanni T.P., operante in altra provincia). I
veterinari sottoposero l’allevamento a sequestro. Quel giorno la consistenza
era di trentuno capi ma ne erano presenti solo undici. Ci dissero che gli altri
erano al pascolo. Quando li abbiamo diffidati a farci vedere dove fossero i
bovini mancanti per controllare lo stato di salute, presentarono le denunce di
smarrimento, addirittura presso la stazione carabinieri di Rosolini”.
Secondo l’accusa, i capi mancanti
potevano essere stati ugualmente macellati nonostante il sospetto di
brucellosi. Le accuse che hanno portato alla condanna sono di contraffazione di
sostanze alimentari destinate al consumo umano e inosservanza ai controlli di
animali sequestrati e affidati loro in custodia giudiziale.
I due congiunti sono stati condannati
a due anni e sei mesi e a due anni (in questo caso con la pena sospesa). Il
pubblico ministero, Gaetano Scollo, aveva chiesto la condanna, rispettivamente,
a quattro anni e a tre anni e sei mesi.
Ci sarebbero stati, secondo l’accusa,
tre allevamenti, due dei quali a San Fratello, ed una movimentazione di
ventisei bovini. I capi di bestiame, nonostante fossero sottoposti a vincolo
sanitario per la brucellosi, attraverso false attestazioni di identità
sarebbero stati movimentati su Modica, Nicosia, nell’ennese, e in una zona nei
pressi di Vizzini, in provincia di Catania.
Le indagini svolte dalle forze
dell’ordine portarono a scoprire i presunti reati con il conseguente
deferimento alla Procura della Repubblica di Modica dei proprietari degli
allevamenti sottoposti a controllo. [fonte: RTM]
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