Svolto il primo incontro per istituire un tavolo tecnico che punti ad ottenere il riconoscimento a razza del Cavallo Sanfratellano
Servono misure specifiche a sostegno degli allevatori di questi equidi sui quali gravano una serie di costi che non è possibile in alcun modo ammortizzare.
di Ciro Carroccetto.
Il 10 marzo 2014
si è svolto nei locali del Comune di San Fratello l’atteso incontro volto ad istituire
formalmente il Tavolo Tecnico per il riconoscimento della razza del cavallo
sanfratellano.
Hanno preso parte all’incontro, oltre al Sindaco dott. Francesco Fulia, molti
rappresentanti del settore che, a vario titolo, contribuiscono continuamente a
tenere vivo l’interesse per questa tematica.
L’incontro è stato il naturale seguito a quello tenutosi poco più di un
mese fa alla presenza dell’Assessore alle Risorse Agricole e Alimentari dott.
Dario Cartabellotta.
La promessa che scaturì in quella sede fu quella di
adoperarsi in fretta per formalizzare ed istituire, appunto, un Tavolo Tecnico
permanente con l’obiettivo precipuo di percorrere, in tempi certi, tutto l’iter
necessario per il riconoscimento della razza.
Il coronamento di questo lungo excursus
gioverà a tutto un comprensorio, sia sotto l’aspetto culturale che sotto quello
economico e turistico; il cavallo e il suo riconoscimento a razza, deve essere
un volano essenziale per sviluppare e potenziare un territorio di notevole
bellezza che va salvaguardato e custodito.
Il contesto ambientale nel quale il
cavallo sanfratellano si inserisce è quello dei Nebrodi. Questo è un distretto
territoriale nel quale la fruizione turistica deve svolgere una funzione
primaria, ma per riuscirci, gli Enti, devono assolutamente potenziare i
servizi.
San Fratello, in particolare, anche se recentemente colpito da un
dissesto idrogeologico di vaste dimensioni, può ancora offrire al visitatore un
notevole prodotto turistico che spazia dall’aspetto storico-culturale per
arrivare a quello naturalistico e paesaggistico, fruibile in ogni periodo
dell’anno.
A tal riguardo, una delle peculiarità che caratterizza il territorio
nebroideo è proprio il cavallo sanfratellano, che in questo territorio ha
sempre vissuto allo stato brado o semi-brado; per molti aspetti esso è parte
della storia della Sicilia stessa, essendone il cavallo per antonomasia.
Farlo
diventare razza autoctona e riconosciuta è l’obiettivo primario sia degli
allevatori sanfratellani che, naturalmente, di tutti gli Enti interessati, a
partire dal Comune che ne raccoglie tutte le istanze.
L'origine storica del cavallo di San Fratello non è certa: alcuni
studiosi sostengono che la razza derivi dai cavalli di battaglia che i
Longobardi portarono a seguito della regina Adelaide; altri dicono che esso
deriva dal cavallo siciliano famoso fin dall'antichità e decantato da scrittori
greci e latini.
Tuttavia le fonti più attendibili vogliono che esso sia di
origine medio-orientale. Sappiamo che i Normanni appresero dai Bizantini la
tattica di trasporto e sbarco di truppe di cavalli di linea e ciò avvenne
quando gli stessi si recarono in Terra Santa.
Il cavallo sanfratellano non presenterebbe,
secondo alcuni studiosi, nessuna caratteristica simile alla razza
svevo-germanica o lombarda e gli arabi in Sicilia come cavalleria d'assalto
fecero ricorso a cavalli indigeni dell'isola e non a quelli propri.
Nel corso
dei secoli questo cavallo ha migliorato i propri caratteri somatici adattandosi
al clima rigido dei Nebrodi e al terreno impervio in cui è allevato allo
stato brado. Esso è stato oggetto in passato di numerosi incroci con cavalli
arabi, germanici, inglesi, ungheresi allo scopo migliorarne le caratteristiche,
ma, per fortuna, il patrimonio genetico di base ha resistito nel tempo.
L'importanza di questa razza viene continuamente attestata a livello nazionale.
Dall’incontro tenutosi il 10 marzo, sono emerse le seguenti tematiche:
uno degli aspetti cruciali sui quali si gioca la partita è essenzialmente
quello della prossima programmazione del PSR (Piano di Sviluppo Rurale); un sostanzioso
finanziamento sarà destinato proprio al riconoscimento delle razze autoctone.
Servono al contempo, per incentivare il settore, misure specifiche a sostegno
degli allevatori di questi equidi sui quali gravano una serie di costi che non
è possibile in alcun modo ammortizzare.
Bisogna nel frattempo effettuare un
rapido lavoro di chiusura del registro anagrafico, per quantificare il numero
della popolazione equina sanfratellana e
aggiornare la banca dati dell’Istituto Incremento Ippico di Catania,
fondamentale lavoro per iniziare rapidamente l’iter per il riconoscimento (non
commettendo più gli errori del passato).
Per poter parlare di razza bisogna
contare su numeri concreti. In seguito, bisognerà istituire il Libro
Genealogico in funzione del ripristino della rassegna cavallo
sanfratellano. La Regione Siciliana
dovrà adottare una misura a sostegno di quelle associazioni che consentono sia
di allevare eccellenze che di organizzare manifestazioni legate al settore
ippico.
Il Sindaco propone di istituire il Tavolo Tecnico composto da un numero
ridotto di membri; a tal fine danno la loro disponibilità il dott. Galati a
nome dell’ordine degli agronomi di
Messina, l’agrotecnico Lo Balbo per la C.I.A. (confederazione italiana
agricoltori), il dott. Scarpinati, per il
Collegio dei Periti Agrari della provincia di Messina, e il rag. Valenti,
a nome della Coldiretti. I suddetti componenti si aggiorneranno entro la fine
del mese.
Commenti
Posta un commento