Un patrimonio da sfruttare in favore dell’occupazione

Alcune proposte per utilizzare meglio quello che già abbiamo.


di Carmelo Emanuele.
C’è un tesoro a San Fratello che si deve assolutamente sfruttare! Stiamo parlando del patrimonio immobiliare comunale, da recuperare e utilizzare per creare occupazione o, almeno, per prospettare uno sviluppo per il nostro territorio.

Oggi, come in passato, molti amministratori hanno proposto il recupero del patrimonio immobiliare abbandonato, soprattutto quello del centro storico, per destinarlo a case-albergo, musei, abitazioni per giovani coppie ecc…

Tutti progetti lodevoli che meritano la massima attenzione. Purtroppo, però, questi progetti hanno avuto un unico problema, comune denominatore: il patrimonio immobiliare di riferimento è sempre stato privato, e i proprietari eredi di nobili palazzi storici, quanto di piccole casupole abbandonate, hanno raramente manifestato un reale interesse alla realizzazione di tali progetti. 

L’unico vero interesse è stato vendere al prezzo più alto possibile; addirittura in alcuni casi, far crollare letteralmente il tetto delle abitazioni pur di non vendere affatto; altre volte, motivi assurdi hanno bloccato la cessione, come ad esempio liti fra gli stessi eredi. Chi decide di vendere poi, spesso si scontra con leggi economiche che spingono in altre direzioni, proponendo prezzi esorbitanti e fuori mercato.

Ma c’è un patrimonio immobiliare comunale che, nonostante si sia ragionevolmente ridotto con le ultime calamità, è comunque di una certa importanza. Come possiamo utilizzare questo patrimonio? Certamente meglio di come è stato utilizzato fino ad oggi, visto che raramente una costruzione progettata e costruita per uno scopo ben preciso, ha poi assolto tale compito una volta ultimata.

Proponiamo agli amministratori alcune idee per il recupero del patrimonio (senza presunzione ma solo per spirito di collaborazione).


Ex municipio in via Roma.
È diventato un centro polifunzionale, soprattutto dopo la frana del 14 febbraio 2010. Un buon utilizzo potrebbe essere quello di dedicare tutto il piano terra al Cavallo Sanfratellano, con il Centro Documentale del Cavallo Sanfratellano e il Museo del Cavallo. Al primo piano sono state adibite due stanze a museo con alcuni reperti di Apollonia. A questo punto, visto le difficoltà nel trasformare il Santuario dei Tre Santi in museo ellenico, si potrebbe optare per trasformare tutto il piano superiore in un museo dedicato all’antica città sul Monte Vecchio, e recuperare così i reperti che rischiamo di perdere per sempre, perché ospitati temporaneamente a Patti e in altri musei siciliani. Se invece si opterebbe per la soluzione (più ragionevole ma più difficile da realizzare) del museo di Apollonia all’interno del Santuario, il piano superiore potrebbe essere dedicato interamente al galloitalico, con un centro per la raccolta di scritti e di documenti storici, una stanza per svolgere conferenze, convegni e corsi, ma anche un luogo dove il visitatore potrebbe toccare con mano e avvicinarsi all’originalità della nostra parlata.


Edificio in via Venezia.
A patto che venga recuperato, visto gli ingenti danni che ha subito dopo la frana, potrebbe essere concesso in comodato gratuito ad una azienda tessile, per utilizzare una delle doti dell’artigianato locale.


Centro Sociale in c/da Riana.
In passato è stato sede di tantissime attività, anche necessarie e utili per il territorio, ma ad oggi San Fratello ha sete di lavoro, quindi dare i locali gratuitamente a chi utilizzi manodopera locale sembra la scelta migliore.   


Ex-scuola in Piazza Unità d’Italia.
Da alcuni mesi il suo utilizzo è stato quello di sede del Corpo Bandistico San Benedetto, perciò visto gli ottimi risultati, mantenere questo scopo e, anzi, farla diventare una sede musicale aperta a tutti sembra l’opzione migliore.


Ex ufficio di collocamento.
Non sono locali molto spaziosi, però potrebbero essere utilizzati come centro galloitalico (in caso non si realizzi nel centro polifunzionale), in alternativa un centro dedicato alla storia di San Fratello, alle tradizioni, ai personaggi storici in particolare a San Benedetto il moro, è pur sempre il suo paese natale. 

Locali della biblioteca. 
Ovviamente devono tornare agibili e funzionali per ospitare il patrimonio bibliotecario cinquecentesco di inestimabile valore. Quindi, rendere questo patrimonio fruibile ai cittadini e ai turisti come funziona una qualsiasi biblioteca, con aggiornamenti continui e collegamento online. L’idea di affidare una parte della gestione ad un privato potrebbe in qualche modo agevolare l’ammodernamento dei servizi da offrire.  


Asilo infantile (costruzione mai ultimata). 
Coinvolgere dei privati affinché si possano superare tutte le vicende burocratiche e ripristinare l’opera, concedendola in comodato (anche gratuito) per farla diventare una sede di azienda. L’ideale sarebbe sfruttarla per la produzione di tipicità nostrane, ma si accetterebbe tutto purché crei un po’ di occupazione giovanile. 


Villa San Benedetto. 
Rendere fruibile gli spazi pubblici tutto l’anno, realizzare la copertura dell’anfiteatro per favorire eventi culturali, ludici e artistici e concedere ad un privato la gestione del bar ristoro, anche gratuitamente, purché venga mantenuto il decoro urbano dell’intero parco.

Locali del Campo Comunale Gagliani. 
Vanno recuperati insieme al campo e consegnati ad una Associazione Sportiva Dilettantistica che organizzi l’attività.

Impianto Polivalente Paolo Carroccio. 
Dopo aver ripristinato e ultimato i campi da gioco, si devono realizzare (anche con l’utilizzo dei container) spogliatoi, servizi igienici e magazzino, in seguito la struttura può essere concessa ad una associazione o ad un privato.

Qualche settimana fa dalle pagine di questo sito avevamo ricordato quanto sia fondamentale avere un’area artigianale. Molti comuni sono cresciuti solamente grazie a progetti che hanno garantito l’instaurarsi nel territorio di aziende o favorito la creazione di piccole imprese. Oggi è inverosimile creare dal nulla un’area artigianale a San Fratello con la costruzione di capannoni adibiti a tale scopo, ma sfruttare il patrimonio immobiliare esistente sarebbe già un buon punto di partenza.      

Commenti

  1. Tutte le ipotesi presentate sono fattibili, basta avere voglia costante e, impegno fortissimo; pensando di lasciare in eredità ai posteri pregevoli tesori di cultura. Nell’immediato, sempre volendo, una opportunità di benessere per tutta la comunità.

    Parafrasi.
    All’estero, durante un mio viaggio culturale, il tassista che mi conduceva a un museo, mi diceva in un’ italiano scarso: “Niente difficile, tutto possibile; basta pagare”.





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