L’assessore Mangione scrive al presidente della Repubblica e al premier Renzi

"Vale la pena avere il coraggio di amministrare le realtà territoriali senza finanziamenti e con una
povertà dilagante?" 

L’assessore del Comune di San Fratello Salvatore Mangione lancia un appello con una missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, nonché al Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, al Prefetto della Provincia di Messina e alla Protezione Civile Nazionale.

Nella lettera Mangione scrive:

Interventi nel contesto di criticità determinatesi nel territorio della Provincia di

Messina in conseguenza di eventi calamitosi.

“Nelle more che vengano ultimati i lavori pubblici di consolidamento dopo il dissesto idrogelogico del febbraio/marzo 2010, come si evince da ben due decreti della presidenza del Consiglio dei Ministri del 2010 e del 2013;
Considerato che oltre mille sfollati dei comuni di San Fratello, Caronia e Castell'Umberto,
interessati dagli interventi finalizzati al superamento del contesto critico in rassegna al fine di
prevenire possibili situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità, da oltre sedici mesi
non percepiscono indennità di autonoma sistemazione;
Che alla data odierna non sono state ancora anticipate le somme pari al 40% previste per le
ristrutturazioni delle civili abitazioni, in attesa di un riesame indicato dall'ufficio tecnico della
Protezione Civile Regionale di Palermo;
che non sono stati risarciti coloro che hanno perso le abitazioni;
si chiede di conoscere i motivi ostativi.
Vale la pena avere il coraggio di amministrare le realtà territoriali senza finanziamenti e con una
povertà dilagante? 
Prof. Salvatore Mangione


Tra le righe della nota dell’assessore, già sindaco di San Fratello dal 1994 al 1998, si legge una certa amarezza mista a rabbia per la lentezza della burocrazia italiana, e per di più con l’aggravante dello stato di abbandono dei Nebrodi sul tema dissesto idrogeologico, frutto anche di una crisi di idee oltre che finanziaria. Le ultime righe sembrano inoltre lasciare spazio ad un possibile abbandono prematuro dell’incarico attualmente ricoperto. 

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