Transazione fra il Comune di San Fratello e la famiglia Mancuso.
di Ciro Carroccetto.
Correva l’anno 2014,
nel tardo pomeriggio di un torrido giorno della vampa d’agosto, direbbe Andrea Camilleri, lunedì 11 per la
precisione, perfezionando il contratto tra le parti, nei locali del Comune,
l’Amministrazione di San Fratello ha posto fine alle vicende giudiziarie
relative all’esproprio dell’area sulla quale è stato realizzato il campo
sportivo comunale che ha portato il Comune di San Fratello sull’orlo del
fallimento.
Una spada di Damocle che
ben presto avrebbe rotto il crine di cavallo che la sorreggeva e sarebbe caduta
pericolosamente sulle sorti di tutta la comunità. Iniziata con un atto di
citazione datato 29/12/1978 avente a oggetto la richiesta di risarcimento per
occupazione illegittima, la vicenda ha visto per tutti questi anni protagonisti
da un lato la famiglia Mancuso e dall’altra il Comune di San Fratello e si è
conclusa in forza della sentenza della Corte di Cassazione n. 2062/2012 e della
sentenza della Corte d’Appello di Catania n. 1146/2009, a favore della famiglia
Mancuso.
La possibilità ci è
stata data dallo spazio finanziario richiesto dal Comune e concesso dal MEF in
base al decreto n. 17785 del 28 febbraio 2014 e relativo alla deroga al patto
di stabilità per i pagamenti dei debiti in conto capitale certi liquidi ed
esigibili al 31/12/2012 per la misura di € 871.000,00 e alla volontà da parte
della famiglia sia di transigere sia di tacitare ogni pretesa riferibile al
contenzioso tra le parti. Si precisa che il debito ancora reclamato dalla
famiglia Mancuso ammontava a € 1.486.838,10 oltre alle somme già incassate, che
ammontano a più di un milione e mezzo di euro, in seguito a successive
procedure esecutive mobiliari presso terzi.
Si precisa che con
quest’operazione l’Ente Comune, a oggi, risparmierà la ragguardevole cifra di €
615.838,1. L’anticipazione
concessa prevede un piano di ammortamento trentennale da parte dell’Ente mutuatario. Propedeutica e decisiva
a tutto questo è stata la sessione urgente del Consiglio Comunale del 2 giugno
c.a. nella quale fu votata, a maggioranza dei partecipanti, la legittimità del
debito fuori bilancio. L’anticipazione di liquidità, infatti, in base al
decreto citato, riguarda le difficoltà di cassa per far fronte ai pagamenti di
debiti certi ed esigibili degli Enti locali maturati alla data del 31 dicembre
2012, o debiti fuori bilancio che presentavano i requisiti per il
riconoscimento in pari data anche se riconosciuti in seguito.
A onore della minoranza consiliare, che
comunque si astenne, (come il vicepresidente del consiglio comunale) e del
consigliere indipendente Bosco, che votò a favore, va ascritto il merito di
essersi presentata quasi al completo alla sessione e di aver contribuito alla
trattazione dell’annoso argomento in maniera molto costruttiva e propositiva. Ricordo che in quella
data ricorreva la Festa della Repubblica.
Fondamentale merito di
quest’amministrazione è aver creduto con convinzione, anche nelle fasi più
delicate, di poter scrivere questo tratto di storia. Il Sindaco Francesco
Fulia, l’assessore al bilancio Mery Ghitti, il Vicesindaco Ciro Carroccetto, il
Presidente del Consiglio Comunale Vittoria Liuzzo (questi ultimi tre, per
ulteriori conferme sull’erogazione dell’anticipazione, si sono pure recati, a
proprie spese, nella capitale, c/o le sedi della Cassa Depositi e Prestiti),
gli assessori Salvatore D’Ambrogio e Fortunata Cardali e l’ex assessore
Salvatore Mangione supportati dagli uffici competenti, dal rag. Rubuano, dalla
dott.ssa Salerno, dal segretario comunale dott.ssa Stancampiano, dal revisore
dei conti dott.ssa Musile, dal legale del Comune, avv. Margherita Manasseri con
un lavoro di squadra ha definitivamente chiuso la partita.
Il grande filosofo Platone disse: “Non nella ricchezza nasce la virtù, ma che dalla virtù deriva,
piuttosto, ogni ricchezza e ogni bene, per l’individuo come per gli stati.”
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