Area interna, perimetro da rifare. 18 comuni inviano richiesta a Roma e Palermo.
di Giuseppe Lazzaro.
La richiesta per la rivisitazione della perimetrazione dei
comuni dell’area dei Nebrodi, diciotto dei quali sono stati esclusi, è stata
presentata, dai centri interessati, al termine della convention svoltasi
domenica a Tortorici ed inviata al Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione
Economica, alla Regione Siciliana, al Dipartimento Regionale della
Programmazione e all’Associazione dei comuni Siciliani - ANCI Sicilia.
“L’area dei Nebrodi – si legge in un comunicato - viene riconosciuta tra quelle
nelle quali sono rintracciabili più evidenti elementi di radicamento
territoriale delle relazioni intercomunali e nelle quali le politiche pregresse
hanno condotto a processi di istituzionalizzazione più efficaci e duraturi. La
dicotomia tra le aree interne montane e la costa, così evidente rispetto alla
mobilità e alla pressione insediativa derivante dal turismo stagionale, si
attenua per ciò che riguarda le dinamiche demografiche.
I rilevamenti degli
ultimi decenni tracciano un profilo del comprensorio dai contorni netti e
preoccupanti, assimilabili ad altre aree interne siciliane, in cui la forte
contrazione della popolazione residente si accompagna ad un progressivo invecchiamento
della stessa. L’analisi delle variazioni nei dati degli ultimi quarant’anni
segnala evidenti e perduranti forme di declino demografico. L’alta percentuale
di popolazione di età medio-alta spiega in parte i dati negativi sui livelli di
istruzione su tutte le fasce di scolarizzazione sia rispetto alla media
provinciale che a quella regionale.
Il tessuto economico e produttivo è
prevalentemente alimentato dalle attività agricole, i cui caratteri qualitativi
e organizzativi sono fortemente condizionati dalla particolare acclività dei
suoli. La Superficie Agricola Utilizzata è infatti occupata per il 35% da
coltivazioni permanenti e per il 28% circa da boschi, mentre la parte riservata
a seminativi non arriva ad un terzo del totale.
Le aree in altura più interne –
contraddistinte per l’appunto da boschi, radi seminativi e pascoli –
costituiscono lo scenario tipico delle attività zootecniche che, grazie anche
alle diverse misure di sostegno pubblico, negli ultimi anni tendono ad
carattere di specializzazione e tipicità. Le attività manifatturiere riguardano
prevalentemente un limitato numero di imprese operanti nel settore
dell’agroalimentare, nella lavorazione del legno e dei metalli. Nel settore
delle ceramiche va segnalata la concentrazione di attività di produzione e
commercializzazione di ceramica nell’area di S.Stefano di Camastra.
La
distribuzione dei dati sulle unità locali e gli addetti confermano comunque gli
squilibri già emersi rispetto ad altri indicatori socio-economici e segnalano
la presenza di isole di sottosviluppo economico particolarmente significative
per alcuni comuni delle aree interne e montane. Un discorso più complesso va
formulato per il settore del turismo, che ancora presenta elementi di forte
debolezza tanto sugli aspetti organizzativi quanto su quelli dell’offerta e che
solo in anni recenti si è andato configurando come fattore di vera prospettiva
economica nell’azione delle istituzioni locali. Nell’ultimo decennio, in
particolare, la crescita complessiva del turismo culturale ha lentamente
accresciuto i flussi di turisti e visitatori nel comprensorio, riequilibrando
verso le aree interne una domanda che in passato si era rivolta quasi
esclusivamente verso le aree costiere e solo durante la stagione estiva.
L’inadeguatezza strutturale del sistema dei servizi di accoglienza, tuttavia,
ostacola ancora la comparsa di quote di arrivi e presenze in grado incidere in
maniera significativa sul tessuto economico e sull’andamento dell’occupazione.
Nell’ambito delle esperienze pregresse di programmazione, i Nebrodi sono
stati interessati dalle azioni scaturite dalla Legge sulle Aree interne (L.R.
26/88) che hanno dimostrato i limiti legati alla eccessiva ampiezza dei
possibili beneficiari individuata dal legislatore. Le successive esperienze di
programmazione dei fondi europei hanno visto il territorio che ha cercato
l’aggregazione, prima attraverso la realizzazione di due PIT (uno costiero e
uno montano) e poi attraverso la costituzione di una aggregazione unitaria
sulla base delle esperienza dell’attuazione sul territorio dell’approccio
leader.
A ciò è seguita la individuazione di un PIST nell’ambito della scorsa
programmazione 2007-2013 che ha rappresentato la conclusione di un percorso di
aggregazione con azioni che hanno visto molti comuni unirsi per ottenere
maggiori risultati. L’attività dei Comuni dei Nebrodi è stata peraltro
presentata in ambiti nazionali e ha ottenuti diversi premi e apprezzamenti. La
definizione di una strategia regionale per le aree interne se da un lato ha
voluto superare la criticità della prima stagione di programmazione delle aree
interne che a causa dell’eccessiva estensione di territorio regionale ha
prodotto la frammentazione delle azioni, non può non tenere conto dei risultati
raggiunti in termini di aggregazione di territori, che hanno costituito i
prodromi dell’azione dell’attuale governo rispetto alla ridefinizione delle
competenze della governance territoriale di aree metropolitane e consorzi di
comuni.
I valori che scaturiscono dai pregressi cicli di programmazione possono
essere riassunti nella realizzazione della necessaria massa critica
territoriale ma anche nella capacità e nella consapevolezza che la forza
discende dalla specializzazione di singoli territori componenti l’insieme
comprensoriale e, in particolare, dell’attivazione degli interventi di
programmazione previsti per le regioni dell’obiettivo convergenza. Il
territorio, in tutte le sue componenti, ha dato dimostrazione di maturità
politica nella ricerca e nella strutturazione di una governance socialmente
sostenibile che ha sposato l’approccio in modo convinto.
Ciò premesso:
I sindaci dei Comuni di Basicò, Montalbano Elicona, San Piero Patti, Piraino,
Sinagra, Ucria, Raccuja, Floresta, S.Domenica Vittoria, Ficarra, Capizzi,
Alcara Li Fusi, Galati Mamertino, San Fratello, Tortorici;
Invitano il Dipartimento Regionale della Programmazione a completare e a
migliorare l’approccio della Strategia Regionale prefigurando uno scenario che
in funzione della attribuzione delle risorse pubbliche ammetta coalizioni anche
più ampie (come è il caso dei Nebrodi) con la differenziazione delle
percentuali di attribuzione di risorse diverse per le tipologie di aree (quella
ultraperiferica e quelle periferiche) e individuando azioni di sistema i cui
benefici possano essere estesi al perimetro più ampio.
Indicano come perimetrazione ottimale quella che comprende i seguenti comuni:
Novara di Sicilia, Basicò, Tripi, Montalbano Elicona, San Piero Patti,
Montagnareale, Librizzi, Piraino, Sinagra, Ucria, Raccuja, Floresta, Cesarò,
San Teodoro, S.Domenica Vittoria, Sant’Angelo di Brolo, Ficarra, Capizzi,
Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, Santo Stefano
di Camastra, Tusa, Alcara Li Fusi, Caronia, Castell’Umberto, Frazzanò, Galati
Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mirto, Naso, San Fratello, San Marco
d’Alunzio, San Salvatore di Fitalia, Sant’Agata di Militello, Tortorici.
Fonte: Glpress.it
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