di Nebrodi e Dintorni.
Il primo riguarda oltre 8.000 metri quadri di una collina di
sughereti; il secondo di oltre 4.000 metri quadri di terreno privato
trasformato in discarica non autorizzata per lo smaltimento di macerie da
demolizione. Un'area a rischio idrogeologico in un Comune già colpito da gravi
dissesti idrogeologici. Il sequestro è stato effettuato nella località di
"pizzo costanzo" nella periferia sud di San Fratello
San Fratello (Messina), 21 novembre 2014 – È stato denominato "pizzo
costanzo" il secondo intervento, in pochi giorni messo a segno dalla
Polizia di Stato contro la criminalità ambientale che ha portato a due
sequestri preventivi: il primo riguarda oltre 8.000 metri quadri di una collina
di sughereti; il secondo di oltre 4.000 metri quadri di terreno privato
trasformato in discarica non autorizzata per lo smaltimento di macerie da
demolizione. Un'area a rischio idrogeologico e in un Comune già colpito da
gravi dissesti idrogeologici. Il sequestro è stato effettuato nella località di
"pizzo costanzo" nella periferia sud di San Fratello, da qui il nome
dell'intervento che ha permesso di scoprire una vera e propria attività di cava
abusiva, in un'area di particolare pregio ambientale, sottoposta a vincolo
idrogeologico.
Gli agenti del Commissariato di Sant'Agata Militello hanno accertato che Il
"pizzo" della collina era letteralmente scomparso, sbancato da
un'attività di escavazione abusiva, avviata da alcuni anni senza alcuna
autorizzazione. L'area rovinata nel frattempo è stata utilizzata per
l'abbandono di rifiuti speciali da demolizione che stavano iniziando a
ricoprire i crateri realizzati dalle attività di scavo ed estrazione di
materiale lapideo. Al momento il sequestro è contro ignoti e l'area è stata
data in custodia al responsabile dell'Ufficio Tecnico del comune di San
Fratello. I reati contestati vanno dalla distruzione di bellezze naturali
soggette a particolare tutela, all'attività edilizia senza autorizzazione in
area soggetta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, fino all'abbandono di
rifiuti speciali.
Sempre nella stessa area, i poliziotti hanno scoperto una vera e propria
attività di discarica abusiva, in uso ad aziende di movimento terra. Il
proprietario che è stato denunciato, aveva trasformato oltre 4.000 metri quadri
in discarica di rifiuti speciali. Migliaia di metri cubi di macerie da
demolizione e rocce da scavo riversati, spianati e stratificati su un terreno
agricolo recintato. Anche questa attività illecita andava avanti da anni, in
area a vincolo idrogeologico e paesaggistico. La Polizia ha apposto i sigilli
all'area e contestato i reati di smaltimento illecito di rifiuti mediante
realizzazione di discarica di rifiuti speciali senza autorizzazione oltre alle
violazioni di carattere urbanistico e paesaggistico poiché l'area ricade nel
Parco dei Nebrodi.
Tale attività segue di qualche giorno il sequestro di un'altra area adibita ad
attività di stoccaggio illecito di rifiuti da demolizione. Gli illeciti
ambientali, in alcuni casi difficili da individuare poiché le attività venivano
effettuate in aree nascoste da vegetazione o sopraelevate (come il caso della
cava abusiva) sono state individuate dopo una capillare attività di
monitoraggio del territorio effettuata con tecniche di telerilevamento satellitare
dell'area, una tecnica investigativa che si è rilevata molto efficace per
l’individuazione di reati ambientali.
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