Una storia di fede lunga quasi 500 anni. Si pensava avesse il dono della scrutazione dei cuori.
di Rosaria
Baiamonte.
Fede mista a tradizione. Una storia lunga dal 1526
ma attuale fino ad oggi. E' quella di San Benedetto il Moro nato nella
provincia di Messina, riconosciuto copatrono di Palermo nel 1713,
insieme a Santa Rosalia.
San Benedetto il Moro arriva da San Fratello (nella foto a sinistra la statua nella piazza della chiesa madre), ed è
figlio di Diana Larcari e Cristoforo Manasseri. Entrambi sono cristiani e
discendenti da schiavi negri portati dall'Africa. Per le sue virtù, Benedetto
fu da sempre chiamato il "santo moro".
Impegnato nella custodia del
gregge del suo padrone, ben presto scopre la sua vocazione e a 21 anni entra
nella comunità degli Eremiti fondata nei pressi del suo paese natale da
Girolamo Lanza, che viveva sotto la regola di San Francesco.
Fu quando gli eremiti si trasferirono su Monte Pellegrino a
Palermo, che Benedetto fece il suo ingresso in città diventandone appunto
copatrono. Aggregatosi ai Frati Minori, entra nel convento di Santa Maria di
Gesù, fondato dal beato Matteo di Agrigento dopo aver trascorso tre anni nel
convento di Sant'Anna di Giuliana.
Tornato a Palermo, presta servizio come
cuoco. Famoso per la sua umiltà, dotato di tanto spirito di sacrificio e di
soprannaturale carità gli furono attribuiti anche dei miracoli. Una vita di
fede assoluta quella di Benedetto che nel 1578 fu nominato superiore del
convento. Benedetto diventa dunque maestro dei novizi tanto da far ritenere che
avesse il dono della scrutazione dei cuori.
Gli sono state riconosciute
anche delle guarigioni, fino al giorno della sua morte il 4 aprile 1589. Ancora
oggi, San Benedetto il Moro è conosciuto non solo in Italia ma anche in Spagna,
nel resto dell'Europa e anche nell'America del Sud.
fonte: Giornale di Sicilia
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