Sequestrata vasta area di stoccaggio, nascondeva rifiuti speciali.
Era stata aperta nel 2010 a seguito di una frana, per
consentire lo stoccaggio di inerti: rocce, materiale di demolizione. Invece,
con grave pericolo per la salute pubblica e ambientale, era stata utitizzata
come deposito per rifiuti speciali. A sequestrare la vasta area la polizia, che ha eseguito un
terzo blitz.
Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di
Sant’Agata di Militello, dopo un controllo amministrativo al sito, hanno
accertato che l’area esterna all’impianto era stata utilizzata senza alcuna
autorizzazione per lo stoccaggio di materiale da demolizione e rocce da scavo
provenienti dai lavori di perforazione che stanno interessando il paese di San
Fratello a seguito della frana del 2010.
Il materiale classificato come rifiuto speciale anziché
essere depositato all’interno dell’impianto autorizzato è stato accumulato
nelle adiacenze, su due terrazzamenti in area a rischio idrogeologico, senza
alcuna protezione per l’ambiente ed utilizzato per operazioni di terrazzamento
e livellamento dell’ex cava.
Per questo motivo sono scattati i sigilli e il blocco delle
attività con la denuncia per stoccaggio illecito ed abbandono di rifiuti
speciali per il titolare dell’impianto.
L’area sequestrata è vastissima e si estende per oltre
13.000 metri quadri dove sono stati depositati oltre 3.500 metri cubi di terre
da escavazione mescolati a rifiuti da demolizione. Sotto sequestro è finito
anche un escavatore utilizzato per le attività di livellamento dei rifiuti.
Si tratta del terzo sequestro in poche settimane messo a
segno dalla polizia su San Fratello. L’attività rientra in una più ampia
operazione di controllo sul ciclo dei rifiuti speciali. Nelle settimane
precedenti erano già finite sotto sequestro una discarica di rifiuti speciali
senza autorizzazione e una cava abusiva anch’essa utilizzata per smaltire
rifiuti.
I sequestri sono stati confermati dal GIP, dott.ssa Ines
Rigoli, su proposta del Sostituto Procuratore, dott.ssa Francesca BONAZINGA, e
della dott.ssa Rosanna CASABONA della Procura della Repubblica di Patti.
fonte: Messinaora.it
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