Silenzi e malumori, la ricostruzione di San Fratello continua a far discutere

Nessuna interrogazione, mozione, interpellanza a tutti i livelli per smuovere le acque. A nulla sono valsi tutti gli appelli, le notizie, le preghiere non ultime quelle lanciate il giorno di Pasqua.

di Salvatore Mangione.
San Fratello, mentre proseguono i lavori di consolidamento dell’abitato, le costruzioni di pozzi e paratie al Monte nuovo, San Benedetto, Riana e Stazzone e continua a crescere l’apprensione per gli “scricchiolii” delle vie Taormina e San Benedetto non si trova la soluzione per le concessioni delle autonome sistemazioni.

Sono state infatti restituite tutte le pratiche inoltrate per l’elargizioni dei contributi agli sfollati in attesa di nuovi accertamenti sulle documentazioni. Non si trova infatti una soluzione politica che possa smuovere quella tecnico-burocratica, fra le pastoie burocratiche infatti si stanno confondendo i dipendenti incaricati alla soluzione del caso. Quindi pur avendo previsto come stabilito dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che una somma andava concessa alle famiglie degli sfollati, dopo 26 mesi ancora nessuna soluzione all’orizzonte, lasciando tante famiglie in uno stato di bisogno che è inconcepibile per i tempi tecnici e per la necessaria solidarietà perno della convivenza civile e della democrazia.

Nessuna interrogazione, mozione, interpellanza a tutti i livelli per smuovere le acque. A nulla sono valsi tutti gli appelli, le notizie, le preghiere non ultime quelle lanciate il giorno di Pasqua durante la solenne omelia in piazza, nel momento dell’incontro del Cristo Risorto con la Madre, alla presenza di migliaia di fedeli e di tutte le autorità cittadine ad opera dell’arciprete don Salvatore Di Piazza, oratore.

A proposito di quest’altro fronte, quello religioso, stupisce il silenzio a proposito della ricostruzione della chiesa dopo la demolizione della grande ed artistica Nuova Chiesa di San Nicolò di Bari. Per non parlare del famoso mosaico del Cristo Risorto, rimasto quale simbolo della frana al centro della piazza, circondato da erbacce, all’acqua ed al vento senza alcuna protezione per lo stupore e la meraviglia dei visitatori e del mondo artistico, offeso da questo trattamento, mentre tutte le grandi opere dell’insigne passato religioso, costituito da quadri, statue, libri, pezzi unici, altari barocchi, pulpito, lunette e paramenti sacri, sono sparsi fra chiesa, case private e magazzini in attesa di una collocazione.

Alla messa in sicurezza, si spera seguirà anche la serenità degli abitanti, provati ed umiliati. Il miracolo di San Fratello, rimane solo parziale.

                                          

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