La burocrazia ferma i rimborsi e i contributi post-frana

Continua ad aumentare la sfiducia tra la gente e le rassicurazioni di politici e Protezione Civile al momento sono solo un blocco.

di Salvatore Mangione.
San Fratello, si è sicuramente inceppata la macchina burocratica che avrebbe dovuto dare sollievo agli sfollati ed agli abitanti rimasti colpiti dal dissesto idrogeologico del febbraio 2010. Tutto tace, dopo i proclami e le comunicazioni che avrebbero consentito di colmare la dimenticanza, a proposito delle autonome sistemazioni che dal febbraio 2013, vede letteralmente abbandonati a se stessi tutti coloro che a vario titolo hanno diritto ad avere un contributo dallo Stato, quali vittime di un disastro riconosciuto con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ma come si suole fare in certe pastoie burocratiche, mentre con una prima ordinanza gli interventi economici venivano gestiti direttamente dalla Protezione Civile su segnalazione del coc comunale, in una successiva ordinanza la competenza veniva affidata all’amministrazione del comune. Ma tutto ciò  perché? Avrebbe dovuto solo inoltrare gli elenchi che si sarebbero dovuti trasformare in bonifici a favore degli sfollati.

Ma ironia della sorte, dall’ultimo incontro, nel quinto anniversario, nel palazzo comunale, sono emerse solo corrispondenze e quesiti, per conoscere a chi spetterebbero i contributi, applicando tutte le leggi a favore e contro, e nel dubbio ancora a nessuno!. Agli sfollati che attendono, viene detto; non sono stati ancora completati gli elenchi. Sono stati esitati tutti gli atti, ma da Palermo la Protezione Civile non ha ancora stabilito un criterio di erogazione. 

Il dirigente generale del dipartimento della Protezione Civile che ha decretato di impegnare 700 mila euro, per tutti i comuni della provincia di Messina, a San Fratello ha assegnato solo 282.584.27 euro, non si capisce in base a quale criterio dal momento che gli sfollati inizialmente erano mille e nel corso degli anni per stanchezza e per opportunità hanno deciso in molti di rinunciare al contributo rientrando nelle proprie abitazioni anche se allocate tutt’ora nella cosiddetta zona rossa che a macchia di leopardo nei quartieri Stazzone, Riana e San Benedetto, vede la presenza di alcuni edifici autorizzati al rientro ed altri in attesa di interventi.

Il quartiere più popoloso lo Stazzone, da cinque anni continua a rimanere al buio per mancanza di energia pubblica e le strade non asfaltate per deficienze totali. Continua intanto ad aumentare la sfiducia tra la gente e le rassicurazioni di politici e Protezione Civile al momento sono solo un blocco. Sul fronte della compartecipazione ai contributi per le ristrutturazioni un altro disastro, tante perizie, richieste e progetti inviate alla commissione che ha operato sin dal primo momento, a Sant’Agata Militello, per scelta politica, e poi trasferite a Palermo, non hanno ricevuto che richieste continue di integrazioni di documenti e solo una o due famiglie si possono fregiare dell’onore di democrazia e di equità. Continuano i lavori di paratìe, pozzi e consolidamento, mentre la sistemazione degli sfollati è affidata alla speranza.

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