Presentata la direttiva finalizzata a regolamentare l'uso
dei terreni demaniali e contrastare la criminalità organizzata.
Prosegue l'impegno per la legalità
nel territorio dei Nebrodi: presentata presso il Palazzo del
Governo di Messina la direttiva relativa alla disciplina delle
concessioni per le aree demaniali di uso agricolo, per consentire agli
agricoltori ed agli allevatori onesti di avere priorità nell'accesso agli
affitti dei terreni e contrastare le infiltrazioni mafiose.
L'iniziativa, svoltasi in Prefettura ed illustrata dall'Assessore
Regionale all'Agricoltura Nino Caleca, con il Presidente dell'Ente Parco dei
Nebrodi, Giuseppe Antoci ed il Commissario dell'ESA Francesco Calanna alla presenza di tutte le Forze di Polizia, è la naturale
prosecuzione del protocollo di legalità sottoscritto nel mese di marzo,
contenente le linee guida per rafforzare la collaborazione tra le istituzioni e
rafforzare lo scambio di informazioni per garantire la correttezza,
la trasparenza e l'efficacia dell'azione amministrativa.
Si passa adesso ad una fase successiva con la direttiva presentata oggi
dall'Assessore Caleca e che, nel preminente interesse pubblico al libero
esercizio dell'attività imprenditoriale nel settore agro-silvo-pastorale,
prevede una particolare attenzione in aiuto degli imprenditori
agricoli e degli allevatori onesti.
Si tratta di una concreta evoluzione degli strumenti per contrastare la
criminalità organizzata nel settore dell'agricoltura e monitorare consistenti
flussi di denaro, a tutela dell'economia legale, consentendo di fatto di
beneficiare delle misure agro ambientali previste nel PSR con la sottoscrizione di impegni poliennali completi di interventi
finalizzati a potenziare i controlli antimafia.
Soddisfazione per il proseguimento dell'azione di tutela e legalità espressa
dal Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, impegnato fortemente nel
rilancio del territorio dei Nebrodi che, nel ringraziare le Forze dell'Ordine
per il quotidiano impegno all'interno del territorio del Parco, ritiene
"che il vero sviluppo sostenibile deve passare attraverso la tutela degli
allevatori e degli agricoltori onesti, tenendo fuori dai contributi
pubblici quanti non in regola con la certificazione antimafia".
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