Sotto la direzione della Soprintendenza di Messina hanno riportato alla luce gli aspetti salienti della “Dormitio Virginis” del monastero di Alcara li Fusi.
di Salvatore Mangione.
ALCARA LI FUSI - Quando un restauro, diventa un miracolo che conferma la
regola: se dei privati o qualche comitato decidono di valorizzare un’opera,
questa potrà rappresentare un volano per una intera comunità. Questo è quanto
sta accadendo ad Alcara li fusi, dove per volontà religiosa popolare, con
una sottoscrizione, un comitato cittadino ha acquisito da un privato un bene
inestimabile, la chiesetta del Rogato, con annessi sevizi, e grazie
all’intervento del Rotary Club di S. Agata Militello, distretto Sicilia-Malta
2110 e del comitato festa S. Nicolò Politi del comune Nebroideo è stato reso
possibile il restauro che ha evidenziato aspetti figurativi e stilistici del
periodo compreso fra il 1100 e 1300.
Sotto la direzione di Grazia Musolino della Soprintendenza
di Messina, Davide Rigaglia ha riportato alla luce gli aspetti salienti della
“Dormitio Virginis”(Koimesis), del monastero del Rogato. Siamo in presenza di
un gioiello bizantino, con pochi riferimenti nel territorio messinese. Sono
stati effettuati lavori di recupero dei testi pittorici, durante la rimozione
degli strati sovra messi. Il consolidamento la pulitura, hanno restituito
estetica alla raffigurazione che da secoli è stata sempre oggetto di
venerazione dei fedeli alcaresi che a ferragosto hanno venerato in questo sito
la Madonna dormiente. Nei dipinti murali sono chiaramente individuabili San
Giovanni Batista e Sant’Antonio Eremita, fondatore del monachesimo orientale,
non escludendo che potrebbe anche trattarsi Atanasio di Alessandria detto il
Grande.
Inoltre decori, stelle, angeli, lamentatrici, ancelle, due
edifici, alcuni apostoli come San Pietro e San Paolo, Filippo, Simone, Andrea,
Giovanni, tanti luoghi santi e tanta storia racchiusi in pochi metri quadrati
di disegni che descrivono avvenimenti storici della chiesa e che trovano esempi
classici in Puglia ed in Egitto. La mano bizantina che ne ha realizzato l’opera
ed altri aspetti saranno descritti in una prossima pubblicazione che
sollecitata dal presidente dei Rotariani santagatesi Angelo
Romano,vedrà la luce tra qualche mese. Il monastero del Rogato è stato
messo in correlazione con gli aspetti storici del comprensorio nebroideo e la
vallata del Rosmarino, grazie ad una comunicazione del prof. Ewald Kislinger,
in una prospettiva evidentemente riduttiva, rispetto alle emergenze generali.
Nel corso dei lavori di presentazione dell’opera di recupero
e restauro l’onorevole Martino ha lanciato un appello per la salvaguardia dei
tesori archeologici di Piano Grilli di San Marco d’Alunzio, compromessi, a suo
dire, dagli imminenti lavori di cava di pietrame ed ha colto l’occasione per
scusarsi con il mondo culturale per non essere riuscito, da assessore
regionale, a frenare la distruzione del sito archeologico. Si è dichiarato
disposto ad incontrare sia il presidente che l’assessore regionale ai beni
culturali per risolvere la questione di questa emergenza.
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