Doppia cerimonia per ricordare il Principe di Palagonia

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Nacque il 5 febbraio del 1800 e spesso alloggiava a San Fratello. Nel centro montano rimane a suo ricordo una pregevole statua di San Benedetto il Moro custodita nell'ex Convento di Santa Maria di Gesù, oggi Santuario Diocesano, intitolato al santo concittadino. 

Salvatore Mangione.
Oggi, alle 17,30, è stato ricordato con due cerimonie, il 15° anniversario della chiusura del processo informatico della Diocesi di Palermo, per la beatificazione del Principe di Palagonia, Lercara Friddi e San Fratello don Francesco Paolo Gravina. 

L’evento svoltosi a palermo davanti alla chiesa “Boccone del Povero” di corso Calatafimi, ha visto l’inaugurazione di un busto marmoreo del Principe Gravina restaurato a cura del Centro Regionale per la progettazione e il restauro, nell’atrio prospiciente la chiesa di Maria Santissima della Purificazione.

L'evento si è concluso con una solenne liturgia eucaristica officiata dal vice postulatore don Giuseppe Di Giovanni, dal Ministro Provinciale dei Padri Cusmaniani, dal Vicario della Vita Consacrata don Enzo Marchese, dal parroco di Scillato don Salvatore Di Marco e da don Biagio Amata decano emerito della Pontificia Università Salesiana di Roma.

Il Principe di Palagonia, che spesso alloggiava a San Fratello, nacque il 5 febbraio del 1800 e morì il 15 aprile del 1854. Ricordato in diverse cronache, nel centro montano rimane a suo ricordo una pregevole statua di San Benedetto il Moro, esposta nella sagrestia grande del Convento di Santa Maria di Gesù, oggi Santuario Diocesano, intitolato al santo concittadino. 

La motivazione, per grazia ricevuta, addirittura un miracolo ottenuto dal principe per intercessione di San Benedetto, in favore del figlio dell’aristocratico, colpito da improvvisa e grave malattia e guarito.

In una pergamena ritrovata all’interno della statua, negli anni Ottanta, a firma del principe, veniva descritta la motivazione del dono alla chiesa, della pregevole statua. L’opera d’arte non è mai stata esposta al pubblico.

fonte: gazzetta del sud 

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