ATTUALITA'
Il segretario della Camera del Lavoro, Lillo Oceano, a
RadioArticolo1. "Passiamo da un'emergenza all'altra, ma serve un piano di
prospettiva per la messa in sicurezza del territorio."
"Abbiamo sollevato da tempo la questione del dissesto
idrogeologico, questione che però non viene mai affrontata". Così il
segretario della Camera del Lavoro di Messina, Lillo Oceano, commenta l'iniziativa
#FrenaLaFrana, ai microfoni di RadioArticolo1. "Passiamo da un'emergenza all'altra - afferma - e ci
troviamo impegnati a rivendicare diritti fondamentali, come nel caso della
crisi idrica che colpisce Messina, causata esattamente da una frana e quindi
dal dissesto idrogeologico, che ci ha portato a 20 giorni senza acqua".
"Il problema vero - spiega - non è solo ottenere
immediatamente il ripristino dell'erogazione idrica, ma che non si ripetano più
questi eventi che colpiscono ormai con una puntualità drammatica il territorio
da 10 anni. Ogni anno ci sono distruzioni, blocchi stradali, strade che vengono
interdette, ferrovie che si interrompono, necessità di ripristinare, a volte
purtroppo anche vittime. L'unica soluzione possibile - a suo avviso - è
programmare la messa in sicurezza del territorio e le infrastrutture che
servono".
Oceano fa il punto sulla situazione della città. "Il 25
ottobre del 2007 una grandissima frana colpisce l'abitato della zona sud della
città di Messina - ricorda -, un campanello d'allarme che purtroppo resta
inascoltato.
A distanza di un anno, il primo ottobre 2009, il disastro di
Giampilieri e Scaletta Zanclea con 37 morti, ovvero un movimento franoso
causato da forti e intense piogge e dal dissesto idrogeologico, colate di fango
che travolgono persone, case, strade, che bloccano l'autostrada e le ferrovie.
Il 14 febbraio 2010 nella zona di San Fratello numerosi smottamenti, il paese
frana verso valle, le strade si rompono a metà, le case vengono squarciate dal
movimento franoso. Intere famiglie, decine e decine di famiglie sgombrate che
devono trovare un'altra casa. E poi tanti altri episodi drammatici".
"Bisogna smetterla con la logica dell'emergenza -
aggiunge -, smetterla con la stagione di utilizzo dei fondi strutturali per la
creazione del consenso e cominciare a programmare interventi di messa in sicurezza
del territorio. Occorre regolare i bacini idrici che influiscono sul
territorio, abbiamo una terra che ha un fortissimo rischio idrico e da questo
punto di vista un quarto del rischio sta nella nostra provincia.
Mettiamo
insieme i fondi, programmiamo gli interventi, finalizziamoli senza disperderli
in mille rivoli. Serve un programma di prospettiva anche lunga - dunque -,
finalizzato all'impiego dei fondi strutturali da qui al 2020, per garantire la
messa in sicurezza e realizzare le infrastrutture".
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