ATTUALITA'
Quella compresa fra l'abitato di San Fratello e le zone della Riana, San Benedetto e Monte nuovo, sono interdette a qualsiasi attraversamento a causa dell'enorme ferita inferta dal dissesto del 2010.
Salvatore Mangione.
Grande è la delusione degli agricoltori, imprenditori agricoli e
allevatori del territorio per la prolungata chiusura della strada di
penetrazione agricola che dal centro montano si collega con la zona del
santagatese. Sono passati ben sei lunghi anni, da quando a causa del dissesto
idrogeologico, tutti i proprietari, gli esperti e gli appassionati della
montagna, non riescono a poter fruire dell'importante arteria intercomunale.
Si
tratta della grande fascia di uliveti, frutteti, territori di pascoli oltre
all'unica via di comunicazione per coloro che dalla vallata vogliono
raggiungere il territorio montano e boschivo. Complessivamente la fascia di
pertinenza agricola supera i cento ettari.
Quella compresa fra l'abitato di San
Fratello e le zone della Riana, San Benedetto e Monte nuovo, sono interdette a
qualsiasi attraversamento a causa dell'enorme ferita inferta dal dissesto del
2010, senza alcuna soluzione di sorta fino a tutt'oggi. Zona rossa, dissestata,
pericolosa da attraversare, con dislivelli che superano i quindici e i venti
metri, larghe insenature, con abitazioni rurali dissestate e percorsi
interrotti.
Al momento due lunghe e rischiose gimkane, su percorsi maggiormente
in terra battuta, consentono ai più arditi di affrontare seri pericoli per la
sopravvivenza e la necessità di impresa lavorativa. Si tratta della via che
dalla Contrada Sant'Antonio Abate, si articola verso l'Acqua di Dio e raggiunge
il torrente Schiccio.
Inoltre dalla contrada Costanzo, sino alla zona Timpone
della Rocca, dopo diversi percorsi di saliscendi, molto pericolosi, dove si
sono verificati incidenti, si possono collegare con il ponte Pellegrino e
raggiungere Sant'Agata Militello. Sarebbe ora che un tavolo tecnico con le
organizzazione di categoria dei coltivatori diretti, la confederazione degli
agricoltori, dei pastori e dei tecnici dell'ispettorato agrario insieme a
quelli del comune e della Protezione Civile, affrontassero seriamente il
problema.
Fonte: gazzetta del sud
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