SPORT e TURISMO
Nel giro di un decennio il numero di scalatori attivi
nell'isola è cresciuto in modo esponenziale. In provincia di Messina risultano molto scelti i paesi dei Nebrodi come Alcara Li Fusi e San Fratello.
Andrea Castorina.
Sicilia e alpinismo. Un accostamento apparentemente
improbabile, ma è in realtà un binomio vincente vista l'importanza dell'isola
nel mondo degli scalatori. Sono in tanti a preferire le ripide pareti rocciose
siciliane ad un tradizionale tuffo in mare, possibile già in primavera. Il 6 e
il 7 maggio San Vito Lo Capo ospiterà, infatti, il Meeting
internazionale di arrampicata delle guide alpine. La sua falesia a strapiombo
sul mare, denominata la Cattedrale nel deserto, farà da scenario ad
un'avvincente sfida che vedrà contrapporsi 200 tra i più famosi climber a
livello mondiale.
Un appuntamento di prestigio, nuovo capitolo di una storia
iniziata quasi un secolo fa. La Sicilia ha aperto le proprie porte agli
arrampicatori all'inizio degli anni Cinquanta, fu l'etnografo Fulvio
Maraini (padre della famosa scrittrice Dacia) tra i primi a scegliere le
vette sicule per praticare l'alpinismo, dando il via inconsapevolmente a un
fenomeno in continua crescita.
«L'arrampicata - spiega Carmelo Ferlito,
docente di Vulcanologia dell'università di Catania - si può considerare una
specializzazione dell'alpinismo praticata già a fine Ottocento dagli inglesi
che amavano scalare una natura selvaggia e incontaminata, raggiungendo cime
inviolate. Negli anni Venti del secolo scorso l'arte di arrampicarsi sulle
rocce diventa invece predominante. In Sicilia si inizia alla fine degli anni
Settanta con l'arrivo di scalatori provenienti dalla regioni settentrionali,
desiderosi di confrontarsi con un contesto completamente diversoda quello alpino.
È il Monte Pellegrino di Palermo la meta più gettonata in quel
periodo, un ambiente suggestivo e molto meno insidioso rispetto alle catene
montuose europee».
In poco tempo la Sicilia fa registrare numeri
importanti.«Negli anni Ottanta - racconta Ferlito - l'Isola entra nel grande
mercato dei produttori di materiale tecnico. Si è partiti da un migliaio di
sportivi, ma nel giro di un decennio il numero di scalatori attivi lungo le
pareti rocciose siciliane è cresciuto in modo esponenziale».
Attualmente l'isola vanta decine di luoghi privilegiati
dagli appassionati. L'arrampicata si pratica maggiormente nell'entroterra
siracusano e ragusano. Centri come Floridia, Rosolini, Sortino, Modica e
Ispica offrono scenari particolarmente adatti a questo sport. In provincia
di Messina risultano molto scelti i paesi dei Nebrodi come Alcara
Li Fusi e San Fratello.
Merita una menzione a parte Castelmola considerata
la Regina delle Falesie, vista la suggestiva posizione appena sopra
Taormina. Tuttavia negli ultimi anni la località messinese risulta off-limits
per gli arrampicatori. La parete rocciosa posta sul versante sud di Monte
Ziretto, infatti, si trova su un terreno privato il cui proprietario non sembra
gradire la presenza degli arrampicatori. E proprio per questo motivo, lo stesso
Meeting internazionale del 6-7 maggio è stato spostato a San Vito Lo Capo.
«La
località trapanese - sottolinea Ferlito - rappresenta fedelmente lo stereotipo
che i visitatori stranieri hanno del paesaggio siciliano. Trovano il mare
da cartolina, la falesia e la vita tranquilla di un piccolo centro. Sono
elementi importanti per chi pratica l'alpinismo, una disciplina che si fa prima
di tutto con la fantasia, ci si immagina nella propria mente i territori
da esplorare, le vette da conquistare».
Il prossimo Meeting internazionale verrà preceduto
dall'assemblea dell’Unione internazionale delle Guide Alpine che quest'anno si
terrà sull'Etna. «Dall'1 al 5 maggio saremo sul vulcano più alto d'Europa -
spiega Cesare Cesa Bianchi, presidente del Collegio nazionale delle guide
alpine -. È molto bello venire a praticare l'arrampicata in Sicilia, una terra
che ci offre numerosi spunti. E poi c'è l'Etna con l'escursionismo affidato
alle guide vulcanologiche, figure che è possibile trovare solo in
Italia la cui competenza attira ogni anno tantissimi alpini provenienti da ogni
nazione. Occorre, infatti avere una formazione specifica per visitare le aree
attive dell'Etna, ci sono insidie da non sottovalutare, non si può scherzare né
con i pericoli della neve sulle Alpi, né con le esplosioni legate all'attività
vulcanica».
Fonte: meridionews.it
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