ATTUALITA'
Occorre rafforzare la presenza dello Stato sul territorio.
Una presenza fatta non solo di uomini ma anche di strutture,
e torna inevitabilmente di attualità la questione del tribunale dei Nebrodi.
“Una fetta importante del nostro territorio, mi riferisco al triangolo compreso
tra Patti, Enna e Termini Imerese, si trova sguarnito di un fondamentale
presidio di legalità e di contrasto alle mafie – ha detto il presidente della
Commissione bicamerale per le questioni regionali Gianpiero D’Alia – credo che
il governo nazionale e quello regionale possano definire un accordo per
ripristinare il tribunale nei comprensori di Mistretta e Nicosia così come
proposto dai Comuni della zona, dagli amministratori e dagli operatori che qui
vi lavorano”.
Di tribunale dei Nebrodi si parla da anni, presidio di legalità un
territorio di 3.600 chilometri quadrati, ma c’è una data che è rimasta impressa
nella mente e nei verbali. E’ il 29 luglio 2013 quando a Mistretta, in un
consiglio comunale aperto e straordinario, si lanciò ufficialmente l’idea del
Tribunale dei Nebrodi, promossa dalle amministrazioni di 19 comuni, otto del
comprensorio di Mistretta e undici di quello di Nicosia. La regione si era
disponibile a coprire anche le spese di funzionamento di un nuovo Tribunale
unico.
Dal punto di vista logistico, si indicò come sede del tribunale la città
si Nicosia, Mistretta invece avrebbe mantenuto il carcere. Il 14.09.2013, poi,
in questi palazzi di giustizia vennero chiusi i cancelli, un anno dopo tutto
sigillato anche al carcere. “E’ importante la rete di solidarietà che si è
costituita attorno al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci –
conclude D’Alia – bisogna fare tutti gli sforzi necessari per potenziare la
presenza dello Stato in questi territori nei quali le organizzazioni criminali
sono storicamente radicate, ripristinare la sede del tribunale dei Nebrodi è
uno dei tasselli più importanti di quest’azione”.
fonte: vivienna.it
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