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Non abiurarono il loro profondo credo e furono martirizzati a Lentini. Il vescovo Costantino nel 787 fece trasferire le sacre reliquie nel santuario sito nell'acropoli di Apollonia (San Fratello).
Ciro Carroccetto.
Quest'anno a San Fratello i festeggiamenti in onore dei
santi patroni Alfio, Filadelfio e Cirino oltre al triduo di preparazione ai
festeggiamenti (7, 8 e 9 maggio) a cura di fra Alfio Benedetto Lanfranco,
avranno una rilevante novità. Nell'anno santo della Misericordia, il 9 maggio,
a partire dalle 19, dopo la santa messa e vespri solenni, si svolgerà una
solenne processione con il simulacro dei tre santi fratelli per le vie del
paese. Rimane invariato il programma per giorno 10. Con santa messa in mattinata
subito dopo la famosa processione pellegrinaggio, che raggiungerà il santuario
normanno posto sul monte vecchio.
Questo grazie anche all'arciprete padre
Salvatore Di Piazza, in collaborazione con padre Simone Campana e il comitato.
Inoltre la sera del nove maggio si terrà un concerto di musica leggera ad opera
dei 903, offerto dal Sindaco e dall'amministrazione comunale su iniziativa
dell'assessore al ramo.
Ormai famosa, e possiamo dire storica, la cavalcata con
centinaia di cavalieri che onora i nostri patroni. L'agiografia dei santi
fratelli, ha varcato da tempo i confini regionali, da quando, nel 250,
l'imperatore Decio emano' un editto secondo cui ogni persona doveva effettuare
un sacrifico alle divinità della religione, politeista, romana, non eseguire
avrebbe significato il rifiuto di sottomettersi all'impero e la conseguente
condanna a morte.
I tre coraggiosissimi fratelli, volendo con forza
testimoniare la fede che avevano ricevuto dai loro devotissimi genitori, Vitale
e Benedetta, due patrizi di fede cristiana, non abiurarono il loro profondo
credo. Imprigionati a Vaste, loro città di origine, vennero messi in catene e
interrogati.
Trasferiti da Pozzuoli in Sicilia, ove dominava Tertullo, duro e
spietato Patrizio romano. Dopo varie tappe, Trecastagni tra queste, vennero
condotti a Lentini dove furono martirizzati. Tertullo non riuscendo a piegare
la loro ferrea volontà, li condannò al martirio. Ad Alfio venne strappata la
lingua. Filadelfo fu bruciato sulla graticola, Cirino fu immerso in olio bollente.
Era il 10 maggio del 253 Alfio aveva 22 anni, Filadelfo 21 anni e Cirino 19
anni. I loro corpi martirizzati furono legati e
trascinati in una foresta e le spoglie gettate in un pozzo. Tecla nella notte
tra il 10 e 11 maggio, recupero' i corpi e gli diede degna sepoltura. Da allora
la loro tragica morte diventa leggenda e uno degli esempi più esemplificativi
di fede in Cristo. Diventano, non solo in tutti i luoghi da loro visitati, sia
da vivi che da martiri, con le loro sante reliquie, oggetto di culto e
venerazione.
La loro fama si accresce anno dopo anno e diventa, appunto
leggenda. Esempio salvifico per chi crede in Cristo ed esempio di coraggio,
devozione e volontà per tutti. Costantino, vescovo di Lentini nel 787,
intimorito di una imminente invasione musulmana volle in gran segreto
trasferire le sacre reliquie nel santuario sito nell'acropoli di Apollonia (San
Fratello).
Da sanfratellani, ricordiamo volentieri, oltre le altre leggende
riferite ai santi fratelli, quella del cavallo. Nella grotta di Tertullo,
carcere dei tre santi, si possono vedere delle orme di zoccoli di cavallo, di
cui non si spiega l'origine. Qualcuno pensa al cavallo dello stesso Tertullo
che cadde in sommità della grotta altri al mitico Pegaso. In tutti i casi
sappiamo che i tre santi fratelli e i cavalli si integrano alla perfezione, e
che San Fratello ed i sanfratellani sono grati e devoti ad Alfio Filafelfo e
Cirino, perpetuando ogni anno il loro culto.
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