ATTUALITA'
Ad Acquedolci lungo la statale 113.
Salvatore Mangione.
I secolari pini, collocati ai bordi della strada statale 113
Palermo-Messina, erano ben 75, tanti quanti sono stati i giovani di San
Fratello, nati rispettivamente in montagna e in marina, durante la prima guerra
mondiale. L’idea venne a Benito Mussolini, che recatosi a San Fratello per
soccorrere gli sfollati della frana del 1922, volle lasciare un ricordo per
tutti i caduti del primo conflitto mondiale.
Di quei settantacinque ne
resistono ancora 66, mentre nove negli anni sono caduti o per intemperie e per
poca attenzione di chi avrebbe dovuto vigilare o non ha mai saputo la vera
storia di questi alberi. È un piacere oggi attraversare la zona, dove si ergono
rigogliosi i tanto decantati alberi che rappresentano una pagina unica della
storia locale. Di recente, grazie all’intervento di volontari e autorità, tutti
i sessantasei alberi sono stati sfoltiti e ripuliti in tempo. Infatti, durante
il recente scirocco con elevate temperature, nessun ramo ha ceduto.
Un albero
per ogni caduto in guerra, per ogni giovane che ha dato la vita per la patria.
Molti furono allora che si trasferirono, altri preferirono rimanere in paese,
in montagna, perché le proprie attività legate alla zootecnica, non
consentivano lontananze. Il grande risultato è quello che ha distanza di un
secolo circa, Acquedolci rappresenta un luogo in cui gli abitanti di San
Fratello trovano accoglienza, ospitalità, perenti, amici.
Fonte: gazzetta del sud
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