ATTUALITA'
Opposizione inequivocabile alla volontà delle cosche mafiose di controllare il territorio. Antoci sulla nuova stagione di controlli nel Parco dei
Nebrodi: "Rafforzati i presidi territoriali ma occorre fare molto di
più. Si tratta della conferma dello Stato che avanza e
combatte deciso".
Giuseppe Romeo.
La polizia, presente con le unità speciali prevenzione
crimine, oltreché con gli uomini dei suoi commissariati, ha effettuato una
serie di servizi coordinati dalla Questura che hanno portato a numerosi
provvedimenti. Tra queste l'operazione antidroga del commissariato di Capo
d'Orlando "Senza tregua" con 23 arresti. Nell'ambito delle proprie
competenze, infine, la Finanza ha impresso una significativa spinta all'azione
investigativa, già avviata tempo addietro, sui Centri di Assistenza Agricola.
Eseguiti più di trenta decreti di perquisizione locale.
Un mese di intensa attività sul territorio dei Nebrodi. Un
comprensorio messo letteralmente a soqquadro dalle forze dell'ordine in attuazione
di quella risposta forte e determinata invocata dai rappresentanti politici e
che le massime autorità dello Stato, dal Ministro dell'Interno Angelino Alfano
in giù, avevano promesso all'indomani dell'agguato armato nel boschi tra Cesarò
e San Fratello al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. E' lo
stesso Antoci in una sua nota a voler esprimere il suo grazie alle forze
dell'ordine per l'operato sui Nebrodi.
"Si tratta della conferma dello Stato che avanza e
combatte con risultati chiari e inequivocabili la volontà delle associazioni
mafiose di controllare il territorio - afferma Antoci. Noi andiamo avanti
sulla strada già tracciata, ma adesso occorre rinforzare con uomini e mezzi
anche i presidi territoriali."
Nella sua nota, il presidente del Parco dei Nebrodi elenca
quindi le principali attività che nell'ultimo mese hanno visto impegnate le
forze di polizia ed i reparti speciali. L'azione decisa dello Stato, frutto
dell'attenzione che si è inevitabilmente accesa su questa parte di territorio a
seguito dell'attentato ad Antoci, si è tradotta non solo in una capillare opera
di controllo e repressione ma ha portato anche all'accelerazione significativa
di filoni investigativi che da tempo le forze dell'ordine e la magistratura
stavano conducendo. Nel bilancio dell'ultimo mese si segnala quindi l'attività
condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Messina e dello Squadrone
Eliportato "Cacciatori" di Calabria che ha portato all'arresto di nove
persone, responsabili, tra l'altro, di detenzione illegale di armi e di
stupefacenti. 42 in tutto i soggetti denunciati in stato di libertà,
sequestrati due fucili a canne mozze e una rivoltella con relative munizioni,
15 i chilogrammi di droga sottoposti a sequestro.
Nel comprensorio nebroideo i carabinieri hanno eseguito ben
107 perquisizioni tra abitazioni e casolari, svolgendo 14 rastrellamenti in
aree rurali e procedendo al controllo di oltre 1.100 persone e 450 veicoli.
Commenti
Posta un commento