Il cavallo orgoglio dei sanfratellani

TURISMO
La vera risorsa locale. Inizia un mese fondamentale per gli allevatori nebroidei. L’11 settembre la mostra mercato si svolgerà in una zona privata del patrimonio boschivo.


Salvatore Mangione.
Sarà un mese di settembre… a cavallo, quello che possono trascorrere i visitatori, gli addetti ai lavori e gli appassionati del cavallo, che da secoli porta il nome del centro montano. Sul cavallo sanfratellano hanno scommesso in tanti specialmente quelli dell’Istituto Incremento Ippico, che dalla sede regionale di Catania, hanno seguito per decenni l’evolversi della popolazione-razza dell’esemplare unico in Europa.

Allevato sui Nebrodi, diffuso in diversi centri della zona, ha rappresentato per secoli una vera risorsa per le famiglie e gli allevatori. Ancora a Palermo, presso l’Assessorato al Turismo, da un ventennio si chiedono come sia stato possibile che nonostante la spesa a carico della Regione di ben 450 mila euro per competenze tecniche, non si sia potuto realizzare l’ippodromo, atteso da sempre.

La risposta non è tanto misteriosa, basta individuare le zone dove questa importante struttura dal valore regionale sarebbe dovuta nascere e capirne le motivazioni. Erano previste le scuderie, il mercato coperto, la sede della mostra, gli angoli di commercio e persino una cappella. Tutto è sfumato, nonostante che fosse legato direttamente al centro abitato, con entrata dalla zona sottostante la piazza Monumento.

Restituito il finanziamento, nonostante che il consiglio comunale dell’epoca avesse deliberato la destinazione turistica della zona. Ma l’11 settembre la grande mostra mercato concorso si svolgerà in una zona privata del patrimonio boschivo. Mentre gli altri due appuntamenti, saranno il 14 e 15 per la fiera annuale. Il cavallo è capace di resistere anche alla fame e non disprezza la vecchiaia.

Oggi è l’orgoglio di quegli appassionati che nonostante la carenza di interventi, continuano ad allevarlo e a nutrirlo, fieri di possederne qualche esemplare regolarmente iscritto a quel registro anagrafico, ben custodito dagli esperti della Regione, a Catania, e rinnovato fino a qualche anno addietro, cioè, sino a quando si sono esauriti i fondi della Regione.  

fonte: gazzetta del sud

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