ATTUALITA'
L’intervista a Salvatore Bordonaro, Parla il docente e esperto di
genetica. Il Cavallo Sanfratellano è un impareggiabile amico, l’ideale per il
turismo equestre e discipline sportive.
Nino Dragotto.
“Oggi il numero di cavalli sanfratellani, esemplari
apprezzati per la loro resistenza alla fatica, al rigido clima invernale
dominante nei monti Nebrodi, fattore abbinato alla scarsa reperibilità di
foraggio, ai attesta a circa 1.200 capi, poca cosa rispetto ai 2.000 esemplari
censiti circa dieci anni fa”.
Il dato preoccupante è segnalato da Salvatore Bordonaro,
professore associato di zootecnica generale e miglioramento genetico presso il
Di3A Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università
degli studi di Catania, ed esperto dell’associazione scientifica di produzioni
animali (Aspa).
L’animale che oggi si ammira alla mostra-mercato quale
processo evolutivo ha percorso?
“Nel 1925 e nel decennio seguente, presso le stazioni di
monta, al fine di eliminare alcuni difetti di base, furono impiegati stalloni
di mole piuttosto rilevante che hanno formato la struttura di base dell’attuale
cavallo sanfratellano, ingentilendo le forme, migliorando il carattere,
aumentando l’altezza al garrese senza però togliere l’innata frugalità, la
robustezza della struttura scheletrica, la resistenza alla fatica e alle
avversità atmosferiche tipiche del Sanfratellano e strasmesse dalle sue
fattrici”.
In un mondo globalizzato, dove anche il settore dell’equitazione
deve rispondere alle regole del mercato, il cavallo sanfratellano rimane un
lusso per il proprietario oppure può conquistarsi uno spazio commerciale e di
interesse alla compravendita?
“Non è certo un lusso, anche se allevare un cavallo ha dei
costi. Il Sanfratellano si presta a diversi impieghi. In passato è stato
utilizzato per il tiro leggero e soprattutto per la produzione di muli, oggi
troverebbe un concreto impiego in alcune discipline equestri, risultando al
contempo un ottimo cavallo da scuola per centri ippici, ma soprattutto un impareggiabile
amico e compagno per il turismo equestre e le discipline ludico sportive ad
esso collegate. Recentemente alcuni soggetti in purezza o incrociati sono stati
utilizzati, con buoni risultati, in gare di dressage e salto ostacoli e
persino, considerato il suo equilibrio, sulle piste del circo equestre sia in
Italia che all’estero”.
Gli ultimi provvedimenti del Governo Regionale hanno aperto
prospettive di incremento e consolidamento delle attività di tutela del Cavallo
Sanfratellano?
“Il Cavallo Sanfratellano, da quando fu istituito il Parco
dei Nebrodi, è stato considerato il simbolo dell’area protetta. La sua presenza
nelle radure e nei boschi del Parco indicava la sua capacità ad utilizzare
risorde pascolative altrimenti non utilizzabili, frutto di un forte
attaccamento ad un territorio difficile. La Regione Sicilia nei primi anni di
questo secolo ha investito risorse economiche finalizzate alla ricerca coinvolgendo
tramite il suoi enti l’Assessorato all’Agricoltura, Istituto Incremento Ippico,
Istituto Sperimentale Zootecnico, le università dell’isola. Le tre università
siciliane hanno approfondito i temi della caratterizzazione morfologica e della
variabilità genetica: in particolare l’evoluzione nel tempo delle biometrie, il
grado di originalità genetica della razza, e dalle registrazioni regolari e
attente degli accoppiamenti il grado di consanguineità”.
Da Maniace, ai piedi dell’Etna, proseguendo per Tortorici, e
nei boschi delle Caronie per escursionisti e turisti è facile imbattersi con
gruppi di cavalli dal caratteristico manto scuro sanfratellano, fino a quando
gli allevatori locali, poco meno di 1000 conserveranno questa loro passione
verso questo affascinante esemplare?
“Malgrado alcune specifiche misure del Psr Regione Sicilia finalizzate
a sostenere le razze a rischio di estinzione, la numerosità dei capi di Cavallo
Sanfratellano non cresce. Spesso si avverte negli allevatori il senso di abbandono
da parte delle Istituzioni regionali, ma ciò non è sufficiente per tradire una
tradizione così radicata quale l’allevamento del Cavallo Sanfratellano”.
Quale futuro ha la razza. Secondo l’ex presidente dell’Associazione
Nazionale Giuseppe Salerno il cavallo sanfratellano rischi di estinguersi senza
la selezione fatta attraverso il registro, preparazione chiave di anagrafe
equina propedeutica al raggiungimento dei riconoscimento di razza…
“Deve proprio essere il cittadino del Parco dei Nebrodi a
credere nel suo cavallo e a continuare ad allevarlo, probabilmente con un
approccio diverso, valorizzando l’indole sin da giovane e investendo sulle
attività di addestramento. In anni recenti iniziative volute dal Comune ha
indirizzato ragazzi di San Fratello alla formazione di istruttori dimostrando
che il Cavallo dei Nebrodi risponde bene agli sport equestri”.
fonte: giornale di sicilia
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