Carni infette, Uil Messina: “La Regione va commissariata”

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Non ci sono adeguati interventi a sostegno delle attività veterinarie a tutela di consumatori, patrimonio zootecnico e correlato indotto.

Emma De Maria. 
Messina – Condizioni lavorative non idonee a garantire il corretto svolgimento delle attività ispettive, personale medico veterinario sotto utilizzato e gravi carenze nella qualità dei controlli.

Sono solo alcune delle accuse che il responsabile dell’area medico veterinaria della Uil Fpl di Messina, Massimo Venza, affida ad un comunicato stampa, attraverso il quale denuncia l’assenza di adeguati interventi a sostegno delle attività veterinarie a tutela di consumatori, patrimonio zootecnico e correlato indotto.

La presenza di malattie infettive e diffusive tra il bestiame e il mancato raggiungimento dell’obiettivo di eradicazione dei relativi focolai rappresentano per il sindacalista una condizione irrisolta che, adesso, deve aprire la strada a un commissariamento della Regione Sicilia, come previsto dal Decreto Sanità.

“Da oltre tre anni, la Uil chiede l’avvio di questa procedura – spiega Venza, raggiunto telefonicamente – e la mancata eradicazione, di fatto, di malattie infettive come la tubercolosi negli allevamenti ne mostra l’urgenza”.

Nel documento, il sindacalista attribuisce senza mezzi termini agli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità e a quelli dell’Azienda sanitaria provinciale responsabilità precise, “legate al sottoutilizzo, nell’ambito dei controlli sanitari, di 55 unità medico veterinarie altamente professionalizzate e sulle quali sono state investite significative risorse”.

Una scelta definita inopportuna, che secondo il responsabile della Uil “avrebbe privato l’attività dei veterinari di tutele adeguate anche in relazione ai rischi derivanti da potenziali contatti, nell’esercio delle loro funzioni, con la crimnalità organizzata”.

“Dal 2002 ad oggi, nel settore della sanità animale, l’impiego di queste professionalità si è fermato a sole 12 ore e 50 minuti settimanali, mentre l’attività di un qualisiasi impiegato pubblico si aggira mediamente intorno alle 38 ore. Tutto questo – prosegue Venza – mentre a livello politico si proclama la necessità di incrementare il numero dei veterinari attraverso l’emanazione di nuovi bandi pubblici”.

Per il responsabile dell’area medico veterinaria inoltre, Asp e assessorato competente, piuttosto che potenziare l’area della specialistica veterinaria, avrebbero negli anni “incentivato progetti obiettivo illegittimi con pagamenti a prestazione in sostituzione dell’ordinaria attività oraria”.

Lo scopo, si legge nel comunicato stampa, “il raggiungimento fittizio di indici numerici idonei a consentire il conseguimento degli obiettivi dei direttori generali, a discapito dei criteri di qualità dei controlli sanitari necessari per ottenere l’eradicazione di malattie trasmissibili all’uomo”.

Una scelta bollata come il frutto di “stratagemmi di dubbia legittimità”, attraverso i quali sarebbero stati finanziati “progetti destinati a dirigenti veterinari a tempo indeterminato privi di esperienza e specifica formazione, che avrebbero reso inefficaci i piani di risanamento delle malattie infettive”.

Le soluzioni proposte dall’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, che aveva annunciato un emendamento alla legge di stabilità attraverso il quale sbloccare concorsi pubblici per l’assunzione di nuovi veterinari, sono bocciati dal responsabile Uil come propaganda politica: “Il potenziamento dei servizi ispettivi dovrebbe essere raggiunto nel rispetto di quei criteri di economicità, efficacia e appropriatezza che devono guidare l’azione della Pubblica Amministrazione – conclude Venza – rafforzando l’area specialistica ambulatoriale attraverso il personale medico veterinario in forza presso l’Asp messinese”.

fonte: blogsicilia.it, nebrodinews.it 

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