Cavallo Sanfratellano, Lettera aperta agli allevatori e appassionati

COMUNICATO
Il contenuto integrale della lettera del Presidente dell'ANACS.

Calogero Carcione.
Il 10 settembre, in c/da Passo dei tre a San Fratello, si terrà, o meglio, si “dovrebbe” tenere la “59° mostra/mercato del Cavallo Sanfratellano dei Nebrodi”, una manifestazione che, in prossimità dei festeggiamenti ragionevolmente prevedibili nel prossimo anno (la 60° edizione sarà nel 2018), dovrebbe essere considerata quale rodaggio-ultimo per il prossimo storico appuntamento. Una ennesima occasione davvero unica per porre in degna vetrina il Cavallo dei Nebrodi e tutto il suo territorio. 

Potendolo fare ed avendo a disposizione una razza numericamente consistente, ben curata e gestita e potendo disporre di soggetti idonei da mettere in mostra ed immettere sul mercato, sarebbe davvero una occasione degna di nota ed in grado di rendere sodisfatti gli allevatori del proprio lavoro ed orgogliosa la gente dei Nebrodi (tutta la gente, giovani in testa). Certamente e come sempre un momento di festa e socialmente aggregante; nonché economicamente veicolante per l'intero indotto nebroideo. Una vetrina per i cavalli e una occasione non comune che permetterebbe a chiunque del comprensorio di essere orgoglioso delle proprie capacità storicamente e culturalmente documentate e dei prodotti agro/zootecnici che ne derivano ed in grado di arrecare plus-valore socioeconomico sia all'area interna che costiera. Tutto ciò potendolo fare con gli Allevatori in testa e protagonisti. Con gli Allevatori schierati in rassegna con al fianco i loro migliori soggetti appartenenti alla storica, millenaria razza: cavalli sanfratellani, puledri sanfratellani, fattrici sanfratellane dei Nebrodi! Ad una mostra mercato di cavalli la gente si aspetta di vedere innanzitutto i cavalli ed i loro Allevatori. Si aspetta di respirare quell'aria spontanea e naturale che Cavalli ed Allevatori sanno spontaneamente ispirare. Si aspetta di respirare quelle spontanee atmosfere che per ben 58 anni ne hanno caratterizzato l'evento: “Cavalli carichi di storia e allevatori, immersi in uno scenario d'altri temi in un ambiente meraviglioso, tra prodotti tipici unici e di primario ordine”. - Questo è ciò che si aspetta il pubblico e che serve; che non può mancare in una Mostra/Mercato di una razza cavallina ricevuta in eredità da una storia oramai millenaria. - Dunque perché ribadirlo, se non per il triste ma reale motivo che questo è proprio ciò che non c'è più e che rischia l'estinzione! Detta in breve e in parole semplici e chiare, i motivi, di questa, che rischia di diventare una grave perdita, sono molteplici, così come le colpe sono da ripartire tra più soggetti complici; seppur non tutti in egual misura. In altri tempi, anche molto recenti, questa della rassegna, sarebbe stata una occasione molto ghiotta alla politica locale e regionale per passerelle elettorali ottenute a buon mercato ed a fronte di pochi e mal calibrati finanziamenti. Oggi tutto è finito, la mala-politica non ha più interessi-divoranti e la razza rischia l'estinzione; si badi bene, avverrebbe l'irreparabile perché: estinzione è per sempre! La razza è a rischio per mala gestione pregressa ed è al di sotto del numero di capi necessario per essere tenuti fuori dall'elenco delle Razze a rischio; ma nonostante tutto ancora recuperabile qualora si intervenga subito. Se questa è la situazione reale: un “mea-culpa” va fatto. Probabilmente e primi tra tutti lo devono fare gli Allevatori ed il perché lo si può dire utilizzando un paragone filosofico/marinaresco: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa ove andare”. - Gli allevatori lo devono fare perché la logica e il buon senso non ammettono l'ignoranza; e cioè per aver creduto o voluto credere alla via indicata dalle “lucciole” ed alle loro mendaci e fatue promesse, e non alla luce dei “fari” ben posizionati su solide basi storico-zootecniche ed ai relativi progetti sempre e comunque presentati e proposti. - Progetti talora proposti ed attuati anche con la realizzazione delle strutture primarie mancanti e rese permanenti, ed ancor oggi, in qualche modo, esistenti. Quello che si è innescato seguendo non le proposte ben evidenti e concrete ma le “lucciole” e la mala/politica (quando c'era in opzione anche la buona) è il graduale abbandono allevatoriale odierno. Una vota venute a mancare le risorse pubbliche tradotte in pochi spiccioli di euro di sovvenzione ed una volta rasi al suolo per dissanguamento economico gli apparati politici clientelari di rappresentanza e di categoria, tutto è andato sciamando verso il degrado. Ovvero: niente più paparazzi a fare codazzi alle rassegne equine, niente più “commissionigiudicatrici” né “giudici-ufficiali” di rassegna ospiti e nominate dall'Ente Pubblico delegato; niente più tenuta dei Registri di Razza; niente più “presenzialismi”; ecc. ecc. - E ciò che è davvero riprovevole e sanzionabile è che tutto questo è mancato, di fatto, senza preavviso, senza preventivo e auspicabile “passaggio di consegne”. Tutto è avvenuto irresponsabilmente, ovvero senza assunzione di responsabilità politica, sociale e culturale verso il territorio che tutto ciò aveva appoggiato e ospitevolmente sostenuto; né verso gli allevatori; né verso e l'economia locale, che in tal modo è stata stravolta e calpestata. Nessun rispetto da parte di costoro, oggi scomparsi, per la storia e la cultura. Nessun rispetto per il lavoro di tanti che nel Cavallo Sanfratellano dei Nebrodi avevano creduto e speso fatiche e impegno. - Pur senza dirlo apertamente, tutti coloro che sino a qualche anno fa avevano approfittato di tutto ciò, prendendo in giro allevatori, cittadini e giovani di un intero territorio da sempre in difficoltà, d'improvviso, come tanti Ponzio-Pilato, se ne sono irresponsabilmente lavate le mani! Dopo anni di autoritario monopolio hanno abbandonato un carro spolpato; lasciato, da loro stessi, economicamente spoglio. A tutto ciò, realisticamente, oggi occorre porre rimedio in autonomia e con risorse proprie, nel senso che, le risorse e le idee sono da ricercare e/o far scaturire territorialmente, e da gestire poi, finalmente in proprio. Direttamente dal Territorio e sul “Territorio”. A far capo dalla Associazione di Razza e degli Allevatori. Razza e Registri di Razza inclusi, da richiedere e gestire. A questo, la politica e gli Enti locali territoriali dovranno dare necessariamente il loro appoggio e contributo istituzionale, offrire competenza istituzionale ma non gestionale e/o tecnica; che spetta ad altri. Dovranno contribuire istituzionalmente e socialmente per quel che spetta a loro; restandone al di fuori. Quel che è stato fatto sino ad ora da loro e dal di dentro basta ed avanza ed è sotto gli occhi di tutti. - Ora tocca alle Associazioni di rappresentanza e di categoria, agli allevatori impegnati e coinvolti gestire ciò che è pianificazione tecnica e funzionale alla Razza ed alla sua sopravvivenza sul territorio. Il tutto dovrà ripartire dalla assunzione di responsabilità dell'Associazione degli Allevatori del Cavallo Sanfratellano dei Nebrodi e dal programma di intervento e recupero già tracciato a grandi linnee e da rendere completo ed esecutivo. Un programma qui riassumibile in pochi punti essenziali:
1. Nuovo coinvolgimento di Allevatori aderenti al progetto e alla Associazione di categoria; 
2. Nuova apertura del tesseramento di Allevatori sul territorio Regionale; 
3. Creazione di gruppi di lavoro tematici; 
4. Creazione di una Commissione Territoriale a guida dell'Associazione, per gli interventi e le richieste in sede Nazionale e Ministeriale; 
5. Richiesta all'AIA e al Ministero del Registro di Razza e di fattivo appoggio gestionale; 
6. Avvio di gruppi di allevamento mirato e selezionato; 
7. Creazione di 2 o 3 gruppi di monta di 4 cavalieri cadauno, aperti ai giovani e di pronto utilizzo di rappresentanza e sportivo (anche in ambito Fise, sulla base di precisi programmi già tracciati); 
8. Definizione delle stagioni di monta e Presentazione di un dettagliato programma generale e di lavoro annuale; 
9. Cura della comunicazione e dei rapporti con la stampa, la tv, i mass-media; 
10. Recupero della struttura di Loc. Ranone a San Fratello quale sede operative e di rappresentanza. 

Questi sopraesposti, sono unicamente i primi 10 punti proposti. Il Cavallo Sanfratellano che oggi, per cause ben evidenti e note, imputabili a precisi fattori, e principalmente per mancanza di cultura e orgoglio è divenuto “quasi invisibile” persino nel suo territorio d'origine, dovrà divenire a breve, ben visibile in tutta la Sicilia, e tutt'altro che solo, ma insieme alle altre due razze cavalline storiche ed autoctone dell'Isola. Chi vorrà contribuire aderendo e partecipando potrà farlo, nessuno è precluso, purché nella chiarezza ed onestà morale e culturale degli intenti. Sarà forse il caso di rispolverare e rileggere tutti gli articoli, pubblicati a decine, a firma autorevole, sulla stampa di settore e nazionale; e riprendere e valutare nuovamente tutti i progetti presentati a firma di tecnici competenti, negli ultimi 15 anni, in particolare quelli allevatoriali e/o relativi ai rapporti con le scuole, oppure ai progetti di recupero storico-culturale-economico, e tra questi il progetto del “Gran Palio”, quello del gruppo sportivo; del turismo equestre....senza tralasciarne alcuno dei tanti presentati. Ora ciò che è più urgente è il rilancio dell'Associazione Allevatori e di Razza, estesa anche a sedi territoriali in altre aree dell'Isola; e la presa in carico del Disciplinare e della tenuta del Registro di razza; inclusa l'organizzazione diretta ed autonoma della Rassegna annuale della Mostra/Mercato di Razza. 
– Chiaro che occorrerà curare e prevedere la presenza di allevatori alla manifestazione annuale e la presenza di soggetti rispondenti pienamente ed in tutto al tipo richiesto dalla selezione e iscrizione al RA. 
– Occorrerà riconquistare la fiducia degli allevatori coinvolgendoli e spiegando loro che sarà la loro Associazione a farsi carico dei lavori svolti dalla commissione (giudici), ed a curare direttamente i rapporti verso le istituzioni di settore (Ministero, AIA, istituti, Esa , Parco , Assessorato Agricoltura ecc ) e verso la politica locale, coinvolta solo formalmente e istituzionalmente. 
– Occorrerà dimostrare di saper creare i rapporti necessari al rilancio, valorizzazione e commercializzazione non tanto del puledro di pochi mesi e appena svezzato, ma di quello di almeno 36 mesi, o di 4 anni. 
– Occorrerà mantenere sul territorio a fini riproduttivi i migliori soggetti selezionati; rendendone più competitivi e ricercati dl mercato. Per far ciò occorrerà istruire giovani-Allevatori in merito all'addestramento e prevedere inizialmente aiuti in tal senso e incentivi per foraggio di qualità nel periodo inverale, sali minerali, sverminazioni, ecc.. 
– Occorrerà dimostrare e convincere che il cavallo, inteso in nuova e moderna ottica e nella sua completa filiera territoriale, può rappresentare una vera risorsa economica e per molti giovani, anche occupazionale. A far capo dal 2018 tutto potrà e dovrà cambiare in quanto a progettualità ed organizzazione, se, l'estinzione sul territorio la si vorrà davvero scongiurare. Quel che è certo è che così, come è oggi, la fine è certa e preannunciata. Serve dunque un moto d'orgoglio da parte di tutti e la palese dimostrazione che nessuno può portare impunemente alla estinzione ciò che la storia scritta da generazioni di Allevatori ci ha consegnato. Ciò che il territorio ha saputo custodire tra guerre, carestie, calamità e vicende di ogni tipo non può e non deve scomparire per l'inefficienza di pochi irresponsabili. Ai giovani dobbiamo consegnare integro ciò che nonni e padri, tra mille difficoltà ci hanno consegnato con orgoglio, affidandocelo, con fiducia, in custodia.

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